Sebbene abbia negli anni ascoltato alcune decine di diffusori, non ho pubblicato molte recensioni su di questi per Estatica; qualche tempo fa recensii le Borderline di Alberto Bellino; ora tocca ad un marchio più noto: Klipsch. Il distributore italiano MPI Electronics mi ha gentilmente inviato un paio di RP-280F.
PREMESSA
Ho una sola premessa da fare: credo che i veri diffusori Klipsch siano quelli della linea Heritage, quelli lasciati in eredità direttamente da Paul W. Klipsch. Affermazione forte, ma di cui sono pienamente convinto.
RINGRAZIAMENTI
Ringrazio Alessandro Faccendini di MPI Electronics e tutto il team di distribuzione; sperando che il marchio Klipsch possa apparire altre volte su Estatica, sia con prodotti migliori, sia con prodotti di fascia più entry level.
PACKAGING
Il packaging è assai solido, protegge adeguatamente il contenuto da scossoni del trasporto, anche quando i diffusori non viaggiano girati dalla parte giusta. La scatola è bella a vedersi perché è decorata con immagini del diffusore.
BUNDLE
Oltre il manuale utente non vi è null’altro perché per un buon paio di diffusori il cavo va preso buono a parte... oppure autocostruito.
DESCRIZIONE
L’ RP-280F è il diffusore di punta per la serie Reference Premiere qui il link alla pagina ufficiale del prodotto: http://www.klipsch.com/products/reference-premiere-floorstanding-speakers#rp-280f
Con un apposito ulteriore diffusore da apporre superiormente al diffusore è possibile trasformarlo in un diffusore Dolby Atmos ready, ma tuttavia addentriamoci nella descrizione dell’RP-280F liscio.
Il cabinet è disponibile in doppia colorazione: ebano e ciliegio. Il diffusore ha un peso totale di circa 30Kg, è poco risuonante, e di certo vi è un rinforzo posto appena dietro i cestelli dei woofer (aprendo da dietro si riesce per lo meno ad intuire la struttura interna, siccome le gomme di copertura frontali sono incollate avrei dovuto rovinare il diffusore per aprirlo, effettivamente ciò mi sembrava per lo meno scortese e mi sono limitato ad aprire le uniche parti apribili: il reflex e i morsetti). Ipotizzo che il coibentante sia in quantità simile a quello visto in basso, il cabinet è abbastanza pieno di dacron. Il materiale usato è l’MDF.
Il filtro crossover monta componenti serie ed è del secondo ordine filtrato come da specifiche a 1750Hz.
Il cablaggio interno mostra che i woofer sono in parallelo tra loro, i cavi di certo non adoperano sezioni dove l’effetto pelle incomincia a farsi sentire, ma una maggiore sezione al woofer sarebbe stata utile.
Il caricamento è con l’apposito reflex con porta Tractrix di Klipsch, è posizionato posteriormente, non va avvicinato alla parete al di sotto di 30-50cm pena un rigonfiamento dei bassi abbastanza fastidioso con conseguente perdita di trama.
Il tweeter è un 1” in titanio caricato a tromba frontale ibrida esponenziale-tractrix. I woofer sono in un composto cerametallico (ceramica-metallo) e sono dichiarati da 8”; in realtà come da foto sono dei più realistici 6,5”.
A copertura frontale è posta una griglia a posizionamento magnetico con struttura in plastica.
Infine sono disponibili a scelta sia delle punte coniche sia dei piedini in gomma in modo da poter accoppiare o disaccoppiare il diffusore al fine di ottenere la miglior integrazione nell’ambiente.
SUONO
Le Klipsch RP-280F sono diffusori esigenti, pur non avendo fatto un grafico dell’impedenza le rotazioni d’impedenza presenti la fanno scendere sotto gli 8 Ohm nominali dichiarati, è quindi richiesto un amplificatore che sappia erogare molta potenza anche su carichi assai bassi. Credo onestamente che sia utile avere un amplificatore a cui sia possibile applicare impedenze anche di 2Ohm.
Fatta questa premessa c’è da dire che il reflex posteriore, pur raggiungendo una migliore dispersione in ambiente rispetto al classico tubo, rende necessario donare almeno 30-50 cm al diffusore così da non ottenere una gamma bassa gonfia e goffa, ma più asciutta e veloce.
Il displacement è elevato e ben curato sia sotto il profilo orizzontale, sia sotto il profilo verticale; tuttavia orizzontalmente i diffusori rappresentano i limiti del palco
Il dettaglio non è estremo, i driver sono abbastanza veloci da tirar fuori ben più del minimo sindacale, ma non avremo tutta quella maniacalità di dettaglio descritta da molti.
Gli alti suonano bene, ogni tanto non sono così chiari e definiti tanto che si possono confondere i piatti che suonano, ma sono per lo più ben riprodotti, soprattutto le corde. Queste invece si affaticano in gamma bassa dove basso e chitarra diventano un muro sonoro non ben definito. Il basso è certamente poderoso e meno asciutto di altri diffusori, ma comunque piacevole.
Il risultato finale risulta certamente in linea ai competitors, con un diffusore facile da porre in ambiente grazie a delle misure non difficili da posizionare e con un suono non affaticante.
VIDEORECENSIONE
TEST
I Test confermano pienamente il comportamento di secondo ordine del filtro crossover.
Si può notare ad 1 metro la linearità di risposta che si estende linearmente dai 60 Hz ai 20 kHz, questa misura è però stata ottenuta con il diffusore ad un paio di metri dalla parete di fondo, avvicinandolo a 30cm si ottiene un rigonfiamento alla frequenza di accordo del reflex posta attorno ai 40 Hz.
Il THD viaggia per lo più tra l’1% ed il 2% per l’intero spettro.
La risposta all’impulso è abbastanza veloce, ma non estrema.
CONCLUSIONI
Dire che mi siano piaciute e che il trasporto d’ascolto sia stato eccezionale sarebbe un’esagerazione, sono diffusori sicuramente ben fatti e che cercano di rendere Klipsch più apprezzabile a tutti, anche quelli che non adorano eccessivamente il tweeter a tromba. Chi le definisce dei diffusori da Home Cinema non rende giustizia a questi diffusori e mostra che probabilmente non li ha mai ascoltati, perché sono stati ben apprezzabili anche in sessioni d’ascolto musicali.
PREZZI