Recensione o narrazione di una breve esperienza di pulizia di dischi in vinile?
Una, nessuna o entrambe: scegliete voi lettori come interpretarla… dato che è proprio di interpretazione ciò di cui vi scriverò.
In questo scritto ci sono poche certezze:
1 il sottoscritto non è un vinilista convinto.
2 il sottoscritto non può vantare una longeva esperienza in vinile, dato che quando è nato… il vinile ha deciso di morire… per poi risorgere.
3 il sottoscritto era effettivamente alla ricerca di un modo SICURO per pulire i propri dischi… alcuni recuperati chissà dove dalla nonna di sua moglie.
4 il sottoscritto è stato interpellato in quanto esperto dell’ascolto e non solo… ma il non solo è un’altra storia.
Il fatto interessante è che il tutto nasce proprio con il fatto che sia stato interpellato come esperto… incarico che questa volta non mi andava di ricoprire, dato che non sono un esperto di pulizia dei dischi neri.
Il fatto è che a Damiano, ideatore del DIVINYL, non ha voluto stare a sentire molte storie… sono un esperto dell’ascolto e sono dannatamente scientifico: a lui bastava questo mix di cose per dare valore alle mie parole ed osservazioni. Detto, fatto: mi invia un barattolo di DIVINYL in modo completamente gratuito e con l’accordo che l’avrei provato quando mi sarebbe stato possibile.
UN PO’ DI STORIA
Damiano è un ebanista ed è un appassionato di musica e di ascolto su vinile: prima di me, anche lui era alla ricerca di un modo sicuro di pulire i suoi vinili. Ne ha provati molti, fino a che non gli è venuta un’idea: interpellare un suo amico chimico che crea anche un prodotto approvato dalle Belle Arti per la pulitura di vari oggetti che per quanto alcuni possano pensare quasi insignificanti… valgono assai più di tutto il mondo Hi-End: sto parlando dei beni culturali, in qualsiasi forma essi si mostrino.
Ed allora parte la ricerca per la formula giusta per pulire e rimuovere qualsiasi tipo di sporco dal caro vecchio disco nero.
La base c’è già: un prodotto all’acqua che viene usato per pulire ciò che di più prezioso ha l’umanità, un prodotto che non rovina e non altera alcunché.
COME SI USA
Un tubetto basta per 5/6 LP, il prezzo al momento in cui vi scrivo ancora non lo so, si parla di 13 euro… ma se guardiamo ai risultati ed ai costi per una vera macchina lavadischi possiamo considerare che: al prezzo di una macchina lavadischi ad ultrasuoni (le altre scusate ma non le considero nemmeno), in pratica ci puliamo circa 1000 dischi, non solo, ma il prodotto rende antistatico il disco per almeno un anno.
Parliamo invece proprio di come si usa.
Il prodotto va versato sul disco e distribuito sulla sua faccia avvalendosi di un oggetto come una tessera, aiutandosi nella sua stesura anche con un vecchio giradischi (se disponibile). Va steso uniformemente per uno spessore di 1mm o meno.
Certamente il DIVINYL non è facilissimo da stendere, un po’ di mano ce la si deve fare, anche per il dosaggio. Più che altro è la sua densità ad essere un ostacolo, ma la minima fatica vi anticipo che verrà ricompensata.
Steso il prodotto, se vi siete sporcati le mani… non state lì subito a lavarvele: aspettate un minutino e potrete staccare il prodotto senza problemi… poi va bhè lavatevele comunque.
Tuttavia attenzione a non sfregarvi gli occhi!!! Non è tossico, ma questa è un’azione sconsigliata dal produttore… e da chiunque sia dotato di intelligenza.
L’ASCUGATURA
Ecco il vero punto debole: Damiano mi parlava di 8 ore per far asciugare il prodotto, in luogo ventilato.
Da me ci ha messo circa 24 ore… minuto più minuto meno. (Però quando ho lasciato i vinili in sala la seconda faccia è assciugata più velocemente)
Però ho fatto tutto in casa (cosa che mi ha permesso di dire a Damiano che il prodotto non puzza nemmeno i primi 5 minuti), oltre al fatto che da me è umido sul serio.
Onestamente al sottoscritto importa meno di 0 che l’asciugatura avvenisse in 8 -24 o 48 ore… lavoro quindi non ho tempo di guardare ogni 5 minuti se si è asciugato… e poi onestamente vogliamo pulirlo il vinile o vogliamo solo fare in fretta?
Vi accorgerete che sarà pronto alla rimozione quando il disco vi sembrerà fatto in argento.
IL RISULTATO
Rimosso in pochi secondi il prodotto, basta tirarlo per un lembo e si solleva.
Il risultato è stato stupefacente.
Non sto a dire che il prodotto è veramente antistatico e che toglie tutto, che non si sente il fruscio (ho usato il Technics SL1200G per il test).
Vi dico solo che due dischi trovati chissadove dalla nonna di mia moglie sono rinati.
Muffe, pezzi di carta appiccicata e schifezze varie erano sparite… già solo questo mi basta per promuovere il DIVINYL.
Tuttavia non soddisfatto ho deciso di pulire un disco già pulito, ma che uso spesso: La famosa “V Sinfonia” di Beethoven: minimi salti dovuti a sporco e granelli momentanei indesiderati erano totalmente spariti… ed avevo lasciato la faccia appositamente girata dal lato appena pulito per una buona mezz’ora… giusto per verificarne l’antistaticità.
Inoltre non era rimasta traccia del prodotto all’interno dei solchi, ma non solo: cosa ben più importante, non aveva minimamente alterato la traccia.
CONCLUSIONI
La pulizia raggiunta mi muove a promuovere completamente il prodotto: a chi importa che per asciugare ci mette un po’ di tempo o anche che per stenderlo ci vuole un poco di manualità… deve pulire i nostri cari dischi e lo fa dannatamente bene.
Al momento Damiano mi fa sapere che DIVINYL è appena entrato in studio anche per una versione spray… e devo dire che è una versione che mi interessa assai.
INFORMAZIONI IMPORTANTI
DIVINYL dal 3 aprile 2017 ha un sito: https://www.divinyl.it/ molto bello e ben curato.