Marmaja: Interview sur 27/09/2008

Posté le: 02/10/2008


I Marmaja sono un gruppo folk-rock proveniente dal Polesine, che ha all’attivo già 3 album e molte collaborazioni importanti (Gang, Tupamaros, Claudio Lolli, ecc.) e nel 2007 hanno fatto uscire il nuovo quarto album ‘Puntamaistra’ da scaricare gratis ed interamente su Internet agli indirizzi www.marmaja.net e www.myspace.com/marmajapuntonet.
Il gruppo è formato da Maurizio Zannato (voce), Guido Frezzato (chitarra e fiati), Cristiano Vincetti (basso) ed Antonio Carrara (batteria).
Ecco di seguito il resoconto dell’intervista con il leader Maurizio Zannato, svolta durante una pausa del concerto di Villa Potenza dedicato a Paolo Mozzicafreddo del 27 settembre.

Perchè vi chiamate Marmaja?

Marmaja risale a tantissimi anni fa perché era il termine dialettale dell’insieme di persone spregevoli e rumorose, l’accostamento ci sembrava buono e poi era anche musicale come nome, conteneva un sacco di vocali.
Quando abbiamo deciso di cambiare nome ed uscire con un cd, prima avevamo un gruppettino che si chiamava Rude Enigma Party, abbiamo provato diverse opzioni, diverse ubriacature per decidere finchè un giorno mi è arrivato questo flash ed abbiamo deciso di chiamarci Marmaja, termine che si usa un pò in tutte le parti d’Italia.

Siete uno dei pochi gruppi che ha deciso di far scaricare il vostro nuovo album su Internet, come mai questa decisione?

Perché ormai ci siamo resi conto che non valeva più la pena di aspettare, di sottostare ad un sacco di vincoli e di cose e ci siamo resi conto che quelle poche etichette che sono ancora rimaste (anche quelle piccole), tralasciando quelle grosse, si sono create una struttura che ti fa aspettare per fare uscire un disco e poi siamo anche rimasti delusi dall’ultima esperienza.
Abbiamo pensato che ormai è un mondo che sta finendo quello lì, e lo dico anche con dispiacere essendo uno di quelli che ha passato la giovinezza davanti ai negozi di dischi ad aspettare che uscisse quello di De Andrè, dei Litfiba o dei Gang.
E’ stato un gesto liberatorio, un vaffanculo generale perché riteniamo che dopo tanti anni ed esperienze, un minimo di rispetto uno deve averlo nei confronti di chi sta facendo della musica ed anche nei confronti del più piccolo dei gruppi.
Poi è chiaro che una etichetta investirà su chi ritiene opportuno, però quando il tuo rapporto è di tirartela e sei tu etichetta che decidi dove va ciò che io ho fatto, se pensi che il mio lavoro è assoggettato alle tue esigenze, allora a noi non andava più di sottostare a queste leggi quando è evidente che è un mercato che sta crollando con sommo dispiacere per i negozianti di dischi.
In definitiva abbiamo pensato di metterlo in download gratuito su Internet, la voglia era quella di far circolare la musica, le parole che avevi scritto, farti conoscere; poi ciò non esclude che il prossimo album magari lo stamperemo comunque.
Tutti i dischi dei Marmaja sono comunque autoprodotti e successivamente abbiamo trovato etichette per curare la distribuzione.
Per fare l’ultimo album ne abbiamo contattate diverse, avendo alle spalle tre dischi, un premio Ciampi vinto, ma poi alla fine abbiamo deciso di farcelo da soli, come ci pare senza sottostare a nessuna di esse.
Lo ammetto: sono un pirata anche io, anche perché i costi dei cd sono arrivati a livelli elevati.

Come mai avete deciso di intitolare 'Puntamaistra' il vostro nuovo album?

Puntamaistra è il punto estremo del delta del Po. E’ una zona nostra, anche se lontana da Rovigo città dove abitiamo tutti noi; è il posto più bello che abbiamo, è il punto più estremo ed è quindi collegato alla scelta estrema di toglierci da questo giro e di mettere un disco in Internet.
L’altro motivo era che venivamo da un momento in cui c’erano un sacco di bla, bla, bla in giro, sei infestato continuamente dalla fiera delle idiozie, da telegiornali e quant’altro e la gente si è abituata a sorbirsi menzogne.
Proprio per questa ragione abbiamo pensato che il faro di Puntamaistra, zona estrema in cui c’è tanto silenzio, potesse far ritrovare se stessi almeno per 10 minuti.

In 'Come si può', una delle mie canzoni preferite, si parla di morti sul lavoro, quale è la vostra opinione al riguardo?

Penso che ci sia scarsa attenzione a questa tematica e penso che non ci indigniamo più neanche se viene ucciso un ragazzino che ruba due biscottini.
Ad un certo punto uno dice “o faccio un gesto estremo o mi metto in pace al di fuori da questo mondo che non mi appartiene più” e dove ci hanno insegnato a mascherare il problema dei morti sul lavoro con quello della paura dei cittadini per strada.
Fanno leggi su leggi, io ci lavoro in fabbrica e posso assicurarti che vedo delle cose in giro per cui o lo fai o trovo qualcun altro al posto tuo.
Siamo diventati un popolo di indifesi, non hai una tutela e tutti lavoriamo perché dobbiamo prenderci una pagnotta ma in realtà siamo in mano a degli straccioni.

Quali sono i gruppi, italiani e stranieri, da cui prendete ispirazione?

E’ fatica dirtelo, abbiamo cambiato tante volte perché il cambiamento è nel nostro Dna, stare in movimento essendo comunque collocati nell’ambito della canzone d’autore, del folk-rock ed ognuno del gruppo porta del suo.
Guido e Cristiano portano la loro passione per il progressive, Tony porta la sua passione per il battere, Cristiano per il levare, io per la canzone d’autore.
Non saprei dirti, potrei dirti qualsiasi cosa e questo non vuole dire tirarsela; posso dire comunque che io, Elia, che la sorte se l’è portato via, ed un altro ragazzo che ora non suona più con noi, abbiamo iniziato con i Gang nel 1987; dobbiamo tutto ai fratelli Severini e credo che tanti gruppi in Italia devono molto ai Gang.

Cosa ne pensate della nuova scena musicale italiana?

Ultimamente personalmente mi ha colpito ‘Le luci della centrale elettrica’, ho trovato immediata la musica ed i testi e poi ci sono altre cose in giro che mi piacciono.
Tuttavia ho la paura che tutti questi gruppi rischino di venire imbrigliati da un mercato che ormai prende e brucia, ti prosciuga; ho paura che chi si mette in evidenza più degli altri rischi di essere preso e poi buttato là.
Comunque tutto viaggia in Internet, su My Space, non c’è più un mercato di dischi.
In Italia non c’è nessun gruppo che rischia, i gruppi più affermati tendono a non spostarsi di un centimetro da quello che fanno, rimangono fermi.
Abbiamo paura tutti di rischiare, sono finiti gli anni in cui sono nati i Gang, i Diaframma, i Litfiba, c’era un fermento che ora non c’è neanche per quanto riguarda i testi.

Infine ultima domanda: quali sono i 5 cd a cui non rinuncereste per niente al mondo?

Direi i Waterboys con ‘Fisherman’s blues’, qualcosa di Nick Cave, i Pogues che hanno aperto la scena del folk-rock, uno di Bob Dylan ed i Radiohead con ‘Ok computer’.

A questo punto intervengono anche gli altri componenti del gruppo ed il bassista Cristiano Vincetti si dichiara fan dei Beatles, il batterista Antonio Carrara cita Mike Oldfield, Guido Frezzato ricorda la stagione del prog, Brian Eno/Harold Budd con The plateaux of mirror ed anche Jesus Christ Superstar ed alla fine Maurizio Zannato, oltre ai 5 sopra citati, mi raccomanda i Black Heart Procession.

Grazie a Maurizio ed a tutti i Marmaja per la loro disponibilità, cortesia e simpatia nel concedermi questa intervista, buona fortuna ragazzi, ve la meritate.