Ianva

Memento X-C

Critique
Posté le 15/12/2015 - Dernière mise à jour: 12/12/2016

Un'uscita speciale in occasione di una ricorrenza al quadrato: il centenario dell'entrata dell'Italia nella prima guerra mondiale, coincidente con il decennale della nascita del gruppo.
Particolare e inattesa operazione che riprende, sia nella copertina che nella prima parte del titolo, la primissima apparizione dell'ensemble genovese.

Quel logo, IANVA, legatosi a capolavori - riconosciuti unanimemente sia da critica e riviste che dal pubblico di affezionati - inauditi nell'italica scena musicale, specialmente il primo concept-album "Disobbedisco!", ma anche il penetrante "Italia: Ultimo Atto" del 2009 e il bellissimo EP "L'Occidente" del 2007; uscite ricche di estro, poesia e pazzesca intensità negli arrangiamenti, con un senso di nostalgia e passione rivolte al passato, che prendevano qualcosa da De André e lo facevano sposare con l'impetuosità della "tempesta della storia" (come definita da Mercy in una clamorosa intervista-retrospettiva apparsa sul numero 200 di Blow-Up):
un suono a lungo pianificato per riportare lo spettatore esattamente nel punto, nel luogo e nel tempo che si andava di volta in volta a trattare, in quell'emozioni e in quei temi d'amore.
Ricerca svolta con cura e scavando nella cultura nostrana molto a fondo, con notevole estro.

I membri della band vantano curriculum di tutto rispetto, e il "comandante" Mercy è stato mastermind di progetti di notevole pregio (musicale e letterario) quali Il segno del comando, Helden Rune, Malombra e Zess, tutti quanti autori di dischi veramente ispirati - se non, in qualche caso, fondamentali - e dalla spiccata originalità nel panorama non solo italiano.

Il gruppo cerca, dichiaratamente, di remare con tutte le sue forze per mantenere viva e salda l'identità musicale italiana, sì viva (o morta-vivente) grazie ad alcuni grandiosi nomi dell'underground, ma quasi estinta per quanto riguarda il panorama mainstream, compreso quello - cosiddetto - indie e "alternativo" (tranne le ovvie eccezioni), oggi spesso banale e devoto a un borioso ed esasperato citazionismo e ad insopportabili cliché quasi mai contraddetti.

Tornando all'uscita qui presente, per la quale si spera di aver destato interesse, trattasi d'una clamorosa chicca. Le musiche che sentirete, infatti, risalgono a ciò che il progetto Ianva avrebbe dovuto essere in origine.
Inizialmente infatti, il gruppo intendeva percorrere e ricreare un certo tipo di atmosfere che avrebbero dovuto sposarsi con tematiche riguardanti nello specifico la Grande Guerra. Mercy e compagni preferirono però, in seguito, approdare alla più tematicamente stimolante Impresa di Fiume (affrontata al di fuori del contesto di strumentalizzazione fascista successiva), preparando un incendiario debutto di cui tutti conosciamo ormai la grande storia.
Forse non tutti ne sono al corrente, ma per valutare se l'operazione potesse essere o meno una <<molla carica>>, il buon Mercy si mise a pubblicare in giro dei finti stralci di memoriale scritti da fantomatici reduci, riprendendo il linguaggio dell'epoca.
Ripartì all'istante, e con ferrea convinzione d'esser sulla strada giusta, quando l'Istituto Nazionale Studi Fiumani lo contattò chiedendogli di fornirgliene una copia. [Cfr. la sopracitata intervista su Blow-Up]

Qui possiamo ascoltare le tracce di quel che c'era stato prima, con una notevole nota storica: il disco contiene un documento interessante anche per un appassionato di storia in quanto, all'interno del brano "Ero a Buccari", è possibile ascoltare una registrazione mai pubblicata e originariamente effettuata per la TV in cui si odono le voci di due reduci, partecipanti alla Beffa di Buccari del 1917, che raccontano le imprese dei Mas e la folle spregiudicatezza del "Comandante" Gabriele d'Annunzio durante la prima guerra mondiale.

Per neofiti degli Ianva non sarà male come inizio, dal momento che questo disco rappresenta in un certo senso il principio della storia del gruppo, anche se non è totalmente rappresentativo delle sue intenzioni creative.
Tre pezzi inediti ("Carnarium 1916", "Di posizione Di movimento", "Ero a Buccari") sfiorano l'industrial marziale ed il neo-folk, scene musicali di cui il gruppo in realtà non sarà mai parte, sia per le tematiche trattate con serietà e senza estremismi estetici rispetto ai classici esponenti del genere, evitando qualsiasi tipo di pagliacciata ed esulando dalle caratteristiche stilistiche di questo movimento, sia per l'enorme difficoltà nel piazzarli questo o quel filone, vista l'evidente identificazione stilistica degli Ianva nelle radici della musica italiana, cantautorale e non (il rock progressivo, il dark) o nella musica di stampo new wave e cabaret-noir; infine, sono da citare gli chansonniers francesi, le colonne sonore di Morricone e Micalizzi e i cantautori sperimentali come Scott Walker.
In questo senso, i pezzi sono molto interessanti da un punto di vista puramente filologico e costituiscono delle esperienze piacevoli di quello che doveva essere in origine il suono IANVA, teso a reinterpretare in note lo spirito, le speranze e le sofferenze dei soldati.

Ritroviamo poi raccolte, per beneficio di chi non è fan della prima ora, o per chi lo è ma non disdegna doppioni, alcune grandi conquiste degli anni trascorsi, ovvero l'onirico e arcaico profumo amoroso di "Un sogno d'Elettra", con un continuo alternarsi delle voci di Mercy e Stefania T. D'Alterio, e la devastante mestizia di "In battaglia", che con una raffica inarrestabile e brutale di locuzioni e metafore demoralizza l'ascoltatore-spettatore, raccontandogli nella maniera più cruda e con le parole più dirette possibili quale triste e dura, incalcolabile e inutile sofferenza sia stata quella subita dai nostri soldati nella prima guerra mondiale. In particolare viene ricostruita la battaglia del Monte S. Gabriele: non ha importanza tuttavia distinguere tra italiani ed austro-ungarici, quel che conta è che la morte è sopraggiunta per troppa gente. Innocenti morti ammazzandosi l'un l'altro, non senza aver prima provato tanto immeritato dolore.

Un parallelismo può essere fatto tra gli Ianva e De André, anche visto che abbiamo appena trattato di "In battaglia" che è di fatto, nello spirito che era proprio del maestro genovese, la pesante rivisitazione d'un brano altrui, con un testo completamente originale.
Dove 'Faber' si preoccupava spesso dei miseri e dei disadattati, negli Ianva si ha un rovesciamento di carte, e più che la miseria viene cantata la nobiltà; quella d'animo però: nel repertorio degli Ianva è infatti ricorrente il tema del ribelle, che lotta per qualcosa di sacro, di giusto, di bello, e che sempre viene soppresso, ed è destinato a rimanere anonimo. Lui, che per un ideale dona la vita, non comparirà nei libri di storia, ma avrà l'onore di essere per sempre chiuso e sigillato nel Grande Libro della Storia, assieme al "racconto avvincente della sua sconfitta".
Si segnalano infatti, in questa recensione divenuta inevitabilmente una retrospettiva sulla storia del gruppo, anche i poetici testi, dalla notevole forza letteraria.

L'inedita "Terra Bruciata", rivisitazione dai misconosciuti Mystery Plays, viene trasformata dall'originale brano dark-wave in un pezzo degli Ianva a tutti gli effetti, con ogni tipico elemento del loro stile, a cui si aggiunge il bel testo, già di per sé incline al loro immaginario, che fa il paio con "In battaglia".
C'è poi un capolavoro del gruppo come "La ballata dell'ardito" e la cover di "Amsterdam" di Jacques Brel, entrambi presenti nell'introvabile EP originale La ballata dell'ardito insieme alla sopracitata "Un sogno d'Elettra".

Il booklet risponde principalmente all'obiettivo di chiarire gli intenti del lavoro in questione: per i testi dei brani assenti, li si può facilmente consultare dal sito web ufficiale della loro etichetta Antica Fonografia Il Levriero, dotato di una grafica sobria e gradevole.

La parte estetica del prodotto è molto curata, specialmente l'edizione limitata distribuita al concerto del WIP Club di Padova. L'interno, in realtà, è identico, ma in più si avvale per i fanatici di un sigillo in ceralacca che va a fissare una fascetta tricolore. All'interno di una tinbox così decorata e recante la scritta "Memento X-C" si trova il CD con tutta la confezione, una coccarda tricolore, un poster e un autografo di Mercy in persona che segnala anche il numero della copia (80 in tutto).
Questa edizione non è più disponibile, in quanto fu venduta agli avventori del concerto padovano del 16 maggio 2015 e andò subito esaurita. Quella canonica è egualmente soddisfacente per come riesce a ricreare nel booklet un'atmosfera da prima guerra mondiale, intrisa di rimpianto e malinconia.

Dove il fuoco che ci arde
Non si estingue con l'idea
E lo scrigno dei ricordi
Tutto informa e nulla crea
Dove l'urlo di battaglia
Che s'infuria contro il sole
Pare un'eco fredda e morta
Di passate ere d'amore

("Fuoco a Fiume" - da "Disobbedisco", Ianva, 2006)

Ianva - Memento X-C

Ianva

Memento X-C

Cd, 2015, Il Levriero

Tracks:

  • 1) Carnarium 1916
  • 2) La Ballata Dell'Ardito
  • 3) Un Sogno D'Elettra
  • 4) Amsterdam
  • 5) Di Posizione Di Movimento
  • 6) In Battaglia (The Battle)
  • 7) Ero A Buccari
  • 8) Terra Bruciata

Notes

E' uscito ufficialmente il 16 maggio 2015

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