Fiorindo
La Magia del libro
Alla fine vien voglia di leggere un buon libro, ma non fraintendete…
“La Magia del libro” è uno di quei dischi che come per magia ti si materializza nella cassetta postale di casa, magari dopo qualche disguido di troppo, per la passione di amici comuni come Massimo Priviero, un musicista del quale non devo certo aggiungere credenziali e l’amico milanese d’adozione Roberto Cernigoj, friulano doc, uno che di musica di qualità se ne intende eccome, visto che grazie a lui ho conosciuto la musica di due ottimi cantautori friulani Luigi Maieron e Aldo Rossi.
Non dilunghiamoci però in convenevoli, piuttosto addentriamoci subito in questo disco di Fiorindo Tittaferrante, in arte solo Fiorindo, che attraverso dieci tracce cerca di farci capire quanto piacere e quanta magia possa scaturire dalla lettura di un bel libro, proprio come avviene dopo aver ascoltato questo disco, un piacere sia per le orecchie sia per il cuore.
Il disco, che si muove tra ballade, folk songs, sonorità sudamericane e blues si lascia ascoltare con immediatezza e, badate bene, in questo caso specifico è solo sinonimo di buona musica, non certo di ovvietà, basterebbe ascoltare la traccia che dà il titolo al disco per rendersene conto, una bella ballata che oscilla tra folk e blues in cui non c’è un passaggio fuori luogo, lap steel, violino e chitarre ci conducono per mano tra un personaggio e un altro di romanzi che appartengono al bagaglio letterario comune, si crea così una rocambolesca storia in cui la morale è che “Ora si, puoi viaggiare / chiudi gli occhi puoi volare / Ora si, puoi sognare / con un libro si può fare”. Da distribuire nelle scuole di ogni ordine e grado.
Facendo così, ci troviamo già precipitati alla traccia tre che è quella che dà il titolo al disco, facciamo allora un rewind per tornare alla prima traccia “Avalon”, una folk song dal sapore nordico, ma anche in stile Luf per intenderci, che ci addentra in una storia in cui miti come Excalibur s’intrecciano con la quotidiana realtà perché, come apprendiamo in gran segreto dalle parole di Morgana “Siam noi ogni giorno, con il nostro pensiero / a creare nel nostro mondo un sentiero”.
“Don Chisciotte” ci offre una non banale riflessione sulla vita in generale, ma soprattutto sulla vita oggi, in cui ci si trova inseriti in una società dove si corre a perdifiato e spesso si perde il senso vero dell’umano vivere, come canta appunto Fiorindo “Se ammirassi la natura / del tempo non avresti paura, / Come un fiume segue il suo corso / per la vita, stesso discorso” finendo per perdere di vista gli affetti più cari “C’è un tempo per studiare, / lavorare e riposare, ma anche per dover amare / Lascia stare Don Chisciotte / che corre verso i mulini a vento / tuo figlio è qui in questo momento”. Una lezione che vale soprattutto per il sottoscritto.
Ritmo lento, suadente, un po’ sudamericano per “Il giocatore”, storia di un giocatore accanito che nella vita non ha altro che le carte “I suoi amici, quelli veri / sono le carte ed i suoi pensieri / ormai la sua è pura passione / e nella mente assuefazione”, per lui purtroppo non sembra più esserci alcuna possibilità di riscatto sebbene ogni sera da tempo ripeta “Domani finirà!”.
Una zampogna ci introduce nella romantica, quanto drammatica, “Romeo e Giulietta”, in cui destino privato e pubblico, si mescolano. Questa la scena iniziale “Due ragazzi si baciano piano / e si tenevano mano per mano, / sguardi rivolti alla luna e alle stelle / il loro amore rabbrividiva la pelle”, ma è il 6 aprile e quel giorno in Abruzzo la terrà tremò tanto che “I due ragazzi li han trovati per terra / abbracciati come edera e quercia”. La canzone si chiude con un ritornello sospeso tra speranza e amaro realismo “Nella terra del sole / la speranza non muore / Nella terra del sole non bastano le parole”.
Con “Sentirsi dire” si cambia atmosfera in un tripudio di violino e bandoneon, una musica che mi suggerisce spazi immensi tipo pampas Argentina e un testo che invita a essere artefice in prima persona delle proprie scelte, senza ascoltare troppo parole e consigli altrui “Sentirsi dire parole irreali / cambiando sempre mille ideali. / Il tempo passa senza ritorno / e alla fine cosa mia resterà?”.
Ancor più spumeggiante musicalmente, “Ieri, oggi e domani” ci offre una bella riflessione su passato presente e futuro, perché in fondo, si è un po’ tutti figli d’immigrati, di lavoratori indomiti e il nostro trascorso dovrebbe aiutarci a crescere anziché sforzarci a piè sospinto a rinnegare il proprio passato “Ragazzo di ieri ha conquistato / di oggi ha assaporato / e di domani che sia illuminato / Se il futuro fosse già deciso / non balliamo con l’ultimo sorriso / ieri costruisce l’oggi per il domani / apriamo gli occhi e le nostre mani”.
“Fermata per l’inferno”, ballata dal ritmo suadente, ci mostra ancora una volta come l’esistenza sia fatta di esperienze che ognuno si porta dentro e che il tempo non può cancellare perché “Passano tempi, passan le ore / che portan segni e parole / Ognuno è un libro di storia / la vita è memoria”.
Il testo di “Supplica a mia madre” è l’omonima poesia di Pier Paolo Pasolini dedicato alla propria madre Susanna Colussi e sarebbe superfluo rilevarne i pregi, quel senso di dolore e solitudine che la pervade, a Fiorindo va riconosciuto soprattutto il merito di averla ben musicata e di averla cantata con giusta misura, dimostrando una gran sensibilità senza però cadere nell’errore di gravare il brano d’inutile enfasi.
Sognante, un po’ com’è il tema stesso della canzone, “Un destino ridicolo” affronta il tema dell’infanzia in cui spesso ci si crea personaggi immaginari che ci accompagnano nei giochi e nei sogni, ma si sa che il trascorrere del tempo, il crescere comporta qualche sacrificio “Il suo letto è una nave per navigare / ma un domani crescendo dovrà naufragare”.
Il disco si chiude con “Credi in te”, un brano in cui Fiorindo invoca chi ascolta a credere in se stesso e in quello che fa, a convincermi poco però, non è tanto l’ottimismo che pervade il pezzo, quanto il testo infarcito di troppe rime baciate tipo “Delusioni e sconfitte avrai / seguiti da pianti vedrai / ma la forza per proseguire/ tu troverai”, peccato perché musicalmente è trascinante e mi ricorda un po’ il sound di Fabio Treves.
Peccato questo finale un po’ sottotono, perché il disco ha navigato bene fino a qui, o forse potrei dire che ha volato, un po’ come Peter Pan verso l’isola che non c’è per restare in tema di magia del libro. Resta comunque un buon disco, ben suonato e capace nel suo insieme di far venire all’ascoltatore il desiderio di riprendere in mano qualcuno dei romanzi citati nel disco e questo non è mai un male …
Fiorindo
La Magia del libro
Tracks:
- 1) Avalon
- 2) Don Chisciotte
- 3) La Magia del libro
- 4) Il giocatore
- 5) Romeo e Giulietta
- 6) Sentirsi dire
- 7) Ieri oggi e domani
- 8) Fermata per l'Inferno
- 9) Supplica a mia Madre
- 10) Un destino ridicolo
- 11) Credi in te
Renseignements pris à partir du disque
Fiorindo Tittaferrante: voce, chitarra acustica (1, 5, 6, 8, 10), chitarra 12 corde (2), dobro (3), lap steel (3, 4), charango (7), pianoforte (9)
Davide Tittaferrante: batteria (1, 2, 3, 4, 5, 7, 8, 10), percussioni (1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8)
Francesco Licciardi: basso a 5 corde (1, 8), basso (2, 10), corno francese (2), contrabbasso elettrico (3, 4), basso Fretless (5, 7, 9), contrabbasso (6)
Gianluca Verrengia: chitarre acustiche (1, 3), mandolino (1, 2, 6, 8), chitarre (2), chitarra classica (4), chitarra 12 corde (5, 8), chitarra acustica (6, 9, 10), bouzouki (8)
Stefano De Libertis: fisarmonica (1, 2, 3, 4, 5), bandoneon (6)
Domenico Mancini: violino (1, 3, 4, 6, 7)
Fabrizio Fantini: flauto (1, 5), zampogna (5)
Flavia Di Tommaso: violini (2), viole (2)
Ivan Pretto: cori (3, 5, 8, 10)
Patrizia Visentini: cori (3, 5, 8, 10)
Bob Darkhill: violoncello (9)
Giuliano Barboni: armonica (10)
Testi e musiche di Fiorindo Tittaferrante (tranne “Supplica a mia madre”, testo di Pier Paolo Pasolini e musica di Gianluca Verrengia e Fiorindo Tittaferrante)
Arrangiamenti di Tittaferrante (tranne “Supplica a mia madre”, arrangiamenti di Gianluca Verrengia e Fiorindo Tittaferrante)
Produzione esecutiva di Alberto Margheriti
Produzione artistica di Fiorindo Tittaferrante
Registrato e missato presso Audio Works da Gianluca Verrengia
Master effettuato da Pietro Caramelli e Claudio Giussani presso gli studi Nautilus