Perception of this World si presenta come uno dei lavori più maturi e completi della scena thrash metal Italiana e non solo. Una lavoro tecnico, vario e incalzante ad opera degli Ancient Dome da Saronno, ritornati sul mercato discografico ad un solo anno di distanza dal buon Human Key. Ho deciso di fare due parole col portavoce del gruppo, il chitarrista-cantante Pol. Buona lettura!
P.C. - Grazie mille per la disponibilità, Pol. Vorrei iniziare l’intervista in un modo originale: introducete la storia del gruppo ai nostri lettori!
Pol - Ah ah ah, grazie mille a te per la disponibilità! Gli AD nascono nel 2000, partendo come cover band delle formazioni metal più famose che possono venirvi in mente. L’attività live è cominciata più tardi, ormai nel 2004 dopo la prima demo “Once Were Thrashers”, seguita nel 2005 dall’Ep “Ancient Dome” con il quale abbiamo cominciato ad ampliare la nostra fragile “fama”. Nel 2008 un nuovo promo ci permette di entrare nel roster Punishment 18 Records, sodalizio che dura ormai da più di due anni con la produzione del debut “Human Key” e del secondo capitolo “Perception Of This World”. Questo in pillole.
P.C. - Quali sono state le vostre maggiori influenze musicali? Penso che tutti voi del gruppi guardiate in qualche modo ai grandi del thrash mondiale, tuttavia avete altre band “di nicchia” alle quali siete affezionati in modo particolare?
Pol - Diciamo che ognuno ha un background differente... a parte il sottoscritto, cresciuto a pane e Metallica/Megadeth/Slayer/Anthrax/Overkill e compagnia bella, e Cuzzo (basso), che oltre a quei nomi ampliava gli orizzonti verso un certo tipo di grunge e rock dei ’90, Ale (chitarra) è legato a sonorità hard rock ed heavy metal classico (vedi Guns ‘n Roses, Whitesnake) ed ha scoperto con noi il thrash 5 anni or sono, eccettuati i Pantera che tutt’ora idolatra, mentre Joe (batteria) si limita ai nomi più altisonanti, per il resto è più orientato verso il prog metal di band come Dream Theater o Sieges Even, senza contare una passione per il metal più moderno. Le band di nicchia che seguo con grande interesse sono molte, poi “di nicchia” si fa per dire, come giustamente virgoletti tu: citerei Heathen, Coroner, Forbidden su tutti, i Death che sono fondamentali pur non essendo stati una thrash band, e tutto il movimento underground mondiale attuale, che sta sfornando lavori decisamente altisonanti!
P.C. - Il 2010 ha visto la pubblicazione del vostro nuovo album, Perception of this World. Come sta procedendo la promozione dell’album?
Pol - Abbiamo fatto una sola data live da quando è uscito, quindi direi anche fin troppo a rilento! Peccato che abbiamo visto 3 concerti annullati tra settembre e novembre, che ci hanno letteralmente gambizzato. C’è da rimettersi in carreggiata al più presto! Sul fronte mediatico, direi che ci hanno concesso un po’ di buone vetrine, e fino ad ora abbiamo ricevuto consensi intervallati da qualche critica nemmeno troppo pesante.
P.C. - Ho notato che le canzoni per il nuovo lavoro, seppur notevolmente tecniche, sono state scritte nel lasso di pochissimo tempo dall’uscita del precedente lavoro, Human Key? Tuttavia, avete incontrato intoppi particolari?
Pol - Non farti ingannare dal fatto che un album è datato 2009 e l’altro 2010! Sono usciti a quasi due anni di distanza, e devo ammettere che durante l’infinita registrazione del debut, protrattasi per più di un anno a causa di decine di intoppi, buona parte dei brani per il nuovo album era già praticamente strutturata in via quasi definitiva, poi ho avuto parecchio tempo per ragionare sugli arrangiamenti e cercare di optare per la soluzione migliore. Di tempo ne è passato, anche se sarebbe bello essere molto più veloci e incisivi!
P.C. - Come nasce una canzone degli Ancient Dome? Si crea prima la base musicale o quella lirica?
Pol - La canzone nasce come musica, mi occupo in prima persona della scrittura della totalità dei brani, poi l’arrangiamento è ad uso e consumo dei restanti membri; le liriche arrivano in un secondo momento, anche se un’idea di base è già presente nella stesura primigenia, poiché la sonorità deve riuscire a rispecchiare l’“umore” che traspare dal testo.
P.C. - Sicuramente Perception of this World si distingue per essere un lavoro molto maturo e, a mio parere, notevolmente più ispirato del già buono Human Key. Concordate con me? Si può parlare di notevole crescita personale?
Pol - Penso di poter confermare quanto hai detto, ma sono convinto che “Human Key” potrebbe collocarsi sul medesimo gradino, con qualche miglioria a livello di arrangiamento e di ritmica. Una crescita c’è sicuramente stata; non siamo fenomeni e mai lo saremo, ma nel nostro piccolo la tecnica è aumentata, e forse lo potete sentire in quelle partiture figlie del prog che trovate all’interno di “Perception Of This World”.
P.C. - Come vi trovate a lavorare con la Punishment 18 Records? Come è avvenuto l’incontro?
Pol - Ci troviamo bene, non potevamo chiedere di meglio! La P18R, nelle figure di Corrado e Marita, si muove con cognizione nella promozione di tutti i titoli, e si distingue per la distribuzione capillare in buona parte del globo. Ci avevano contattato nel luglio 2008, con la prima proposta concreta di contratto giunta alla nostra attenzione, dopo aver sentito il nostro promo ed averlo apprezzato, da lì il duraturo deal.
P.C. - Come sta procedendo l’attività live di promozione all’album?
Pol - Come ho già anticipato in precedenza, è piuttosto fiacca, vedremo di rifarci nei prossimi mesi, c’è davvero un gran bisogno di suonare dal vivo, magari spostandosi anche più lontano di quelle che sono le province limitrofi alla nostra...
P.C. - Cosa pensate della scena attuale thrash metal e di altre bands nostrane quali Urto o Endovein?
Pol - Con Corrado parlo spesso, ci scambiamo pareri, ci confrontiamo su quali band possono essere papabili per l’etichetta; Urto ed Endovein erano già note al sottoscritto prima di uscire anch’esse con Punishment 18, e non faccio favoritismi dicendo che sono tra le migliori realtà che il nostro thrash metal conosce... giusto per essere onesto! La scena è florida, sono davvero tante le band meritevoli, non faccio un elenco perché diverrebbe infinito; posso solo ripetere che è proprio la nostra provenienza geografica il maggior freno!
P.C. - È vero che voi avete iniziato la vostra carriera come band heavy metal? Perché del cambio verso lidi thrash metal?
Pol - Il thrash è stato sin da subito il genere di riferimento per me, Cuzzo ed il nostro precedente drummer Syra, ma le capacità tecniche, le nozioni strumentali e in generale la perizia nell’esecuzione con il proprio strumento non erano propriamente elevate. Suonare heavy metal significava prima di tutto toccare con mano cover di alcune fra le nostre band preferite, e principalmente sviluppare quel feeling che ancora mancava tra di noi; niente inediti in salsa heavy, da quando siamo partiti con la nostra musica, ci siamo inseriti di diritto nel filone thrash, è stato spontaneo, nulla di studiato a tavolino!
P.C. - Nella recensione di Perception of this World ho citato accanto a gruppi famosi (Metallica, Megadeth), anche uno stile simile ai Volcano dal Giappone. Li conoscete?
Pol - Sarò sincero, e ti dico che ho presente solo il nome: mi sono documentato in seguito, e devo ammettere che il loro songwriting intriga parecchio, e ho capito il perché della tua citazione, seppur mi sembrano più orientati verso sonorità al limite del power, cosa che noi sfioriamo semplicemente... questo almeno è il punto di vista, nulla in contrario se non è condivisibile.
P.C. - Ad inizio carriera avete pubblicato un album live quando la vostra discografia si limitava ad un solo demo, Once Were Thrashers. Ora che avete pubblicato il secondo album, contate su un nuovo prodotto live?
Pol - Guarda, comincio a supporre che la citazione di “album live” nella nostra discografia derivi esclusivamente da come è stato segnalato lo stesso nell’Encyclopedia Metallum; d’altronde, la categoria “demo live” non era presente, ah ah ah! “Bustock” in realtà è una presa diretta di soli 4 brani, il primo concerto dopo l’arrivo di Ale in formazione nel 2005, presso la Comunità Giovanile di Busto Arsizio (VA) nell’ambito del concorso col medesimo nome per band emergenti. Non credo che la nostra fama ci permetta di poter pensare ad un live album per ora, certo se possibile sfrutteremo l’occasione di registrare in sede live, non sia mai che in futuro si possano usare alcuni brani migliori bonus track!
P.C. - Sapete che è solito pensare al terzo album come quello della “svolta”, ovvero della piena maturità. Cosa ne pensate? Avete già pronti alcuni riffs?
Pol - Non dico che il nostro terzo album è già pronto definitivamente, ma lo scheletro è già completamente sviluppato, mancano alcuni arrangiamenti e alcuni bridge/fill in certi brani, ma aspetta solo il momento propizio per esser preso e studiato più nel dettaglio dalla band, in previsione della registrazione. Se ne parlerà però dopo aver davvero promosso a dovere “Perception Of This World”! Il traguardo comporta impegno; sono soddisfatto dei brani scritti, potrebbe essere visto come un’ulteriore passo avanti rispetto al secondo album, in termini di tecnica e di vena prog (senza sforare dal nostro genere di riferimento); a tempo debito vedremo che reazioni provocherà, ah ah ah!
P.C. - Quali sono i vostri progetti futuri?
Pol - Promozione! Cambi di line up (senza alterare quella attuale)! Suonare dal vivo e riuscire a raccogliere non solo consensi, ma anche soldi dai cd, così da poter davvero pensare alle prossime registrazioni potendo tirare un respiro di sollievo! Perdonate la franchezza e il “materialismo”, ma questo è quanto...
P.C. - Siamo giunti alla fine di questa chiacchierata. Ti ringrazio ancora, Paul, per la tua disponibilità e ti lascio carta bianca per i commenti finali. In bocca al lupo per gli Ancient Dome!
Pol - Sono io ringraziarti per la tua disponibilità, a nome di tutti noi, crepi il lupo! Visitate i nostri siti, http://www.ancientdome.com e http://www.myspace.com/ancientdome, ascoltate la nostra proposta e se la trovate di vostro gradimento supportateci, ne abbiamo davvero bisogno! Non facciamo morire l’underground metal italiano, è la nostra speranza e la nostra scena principale! Keep the metal faith alive!