12 Corde

Il viaggio

Critique
Posté le 09/10/2008
Vote: 7/10

Il viaggio: viaggio nel solco della tradizione

E’ possibile fare un buon disco con pochi mezzi a disposizione? Ad ascoltare “Il viaggio” dei 12 corde, un duo formato da Andrea Bandi e Roberto Romagnoli che si accollano l’onere di suonare tutti gli strumenti utilizzati, sembrerebbe proprio di sì.

E’ decisamente folk questo disco, a partire dalla prima canzone “Johnny Controvento”, bel brano che narra di un viaggio verso un altrove, alla ricerca della libertà, viaggio che porta poi alla consapevolezza che la libertà tanto agognata ognuno in fondo se la porta dentro di sé, nei propri ideali, nei propri valori come si evince dall’epilogo “Johnny controvento all’alba il posto stava lì / quattro case di frontiera e il sogno poi morì / tutta questa strada in tasca non mi basterà / la mia nebbia e la mia terra e un sogno tornerà / la mia strada resta sempre là / per la strada un altro partirà”.

Ancora il tema del viaggio è affrontato nella successiva canzone “Il viaggio” in cui l’attenzione è concentrata su un’unica serata movimentata dalla musica, in cui esplode il desiderio di spingersi oltre quel luogo con dentro il desiderio di scoprire nuove realtà e di provare nuove emozioni “E seguo la mia via e seguo il mio destino / e seguo il mio violino che come ogni sera / con tre note e mezza pinta la magia vuol ripetere / e nel ballo qualche cuore incanterà / tra la gente che alla vita se ne va / resta accesa quella luce che un giorno mi ha detto / non resta che partire / guarda in cielo c’è la stessa stella che ti dice che un viaggio aspetta già / ed un compagno è guà pronto”.

Un coro, quello della Corale Giuseppe Verdi di Angera introduce “La furmiga” canzone in dialetto ferrarese dedicata alla gente contadina del ferrarese a quella che reso fiorente quest’angolo di terra.

Ancora il violino ci porta nel mondo di “Non rubarmi la speranza” in cui c’è l’espressione di sdegno per quanto non funziona in questo mondo che ci circonda e ci attanaglia “Tempi cupi all’orizzonte, ma la speranza non manca, ma forse qualcuno vuole farla franca / chi ha lavorato tanti anni sacrifici e sudore / ma a queste persone manca il senso del pudore e dell’onore/ non provate un po’ di vergogna voi che sedete su poltrone di privilegi, ma ci sarà un giorno in cui la gente / fame e sete di giustizia sentirà”. Attualissima.

Si torna al dialetto ferrarese con “Cla giòsta” in cui emerge fin dall’inizio il suono del bouzouki per questo brano che è dedicata alla possibile vita amorosa di un artista.

Ancora il bouzouki la fa da padrone, coadiuvato dall’onnipresente violino, in “Mercato saraceno” brano strumentale dagli influssi medio-orientali, affascinante e gioioso.

Una storia da raccontare” è una canzone che guarda decisamente al passato, è dedicata ad Anna Negri, lavoratrice prima nelle risaie del ferrarese poi nelle officine, all’apparire delle prime fabbriche. Se ne deduce che è sempre guardando il passato che è possibile cercare di capire il futuro, bello ad un certo punto l’ingresso di Silvia Orlandi e della sua voce, il testo è tutto molto interessante “suona di nuovo una musica / vestiti a festa / e non stare a pensare / forse il tuo principe è bianco / ti ha preso per mano e ti guiderà / cantami ancora le storie accompagnami un giorno nel tuo sogno lontano / porta un po’ della fatica e del tuo lavoro / angelo della memoria ti farò ballare sui tuoi dischi invecchiati / mi lascerai il tuo ricordo e il sapore di un tempo / che non tornerà”.

A voi cantèr una canzòn” utilizza ancora il dialetto per tuffarsi nella tradizione di Argenta ed è un vero e proprio inno alla gioia di cantare, di piacevolissimo ascolto.

Sono le chitarre a farla da padrone, con un bel intervento del tin twistle in “Alba d’Irlanda”, canzone in lingua italiana e ferma come in una bellissima fotografia le immagini di un’alba del settembre del 2006, è un pezzo molto anglosassone anche nello stile con il suo ritornello in inglese, ma è soprattutto velata di nostalgia di un bellisimo momento passato “Vedo Scen le sue strade ed una distesa di smeraldo / poi le pietre e le scogliere ed un cielo di piombo / un saluto isola verde ed un viaggio finisce, ma una musica rimane e la porto con me”.

Chiude il tutto una versione dal vivo di “La furmìga” suonata insieme ai Cisalpipers.

L’unico appunto che potrei fare a questo buon lavoro è solo quello di non aver inserito i testi nel libretto che accompagna il disco, soprattutto per i brani in cui è stato utilizzato il dialetto. Ma questo non inficia certo quanto fatto a livello di musica e testi.

12 Corde - Il viaggio

12 Corde

Il viaggio

Cd, 2008, Autoproduzione

Tracks:

  • 1) Johnny Controvento
  • 2) Il viaggio
  • 3) La furmìga
  • 4) Non rubarmi la speranza
  • 5) Cla giòsta
  • 6) Mercato saraceno
  • 7) Una storia da ricordare
  • 8) A voi cantèr una canzon
  • 9) Alba d’Irlanda
  • 10) La furmìga

Renseignements pris à partir du disque

Pensato, composto e suonato da 12 Corde

Andrea Bandi: voce, chitarra, violino, fisarmonica Roberto Romagnoli: voce, chitarra, basso, batteria, tin whistle, bouzouki, clarinetto, mandolino, percussioni Silvia Orlandi: voce in “Una storia da ricordare”
Corale Giuseppe Verdi di Argenta: cori in “La furmìga”
Cisalpipers: in “La furmìga” (live)
Registrato e mixato su Mac tra ottobre 2006 e gennaio 2007 da Roberto Romagnoli presso il proprio studio di via Matteotti ad Argenta (FE)
Prodotto da: Roberto Romagnoli e 12 corde
Foto: Roberto Romagnoli
Graphic design: arianeve_studio

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