Flaco Punx: Entrevista del 11/07/2016

Publicado el: 11/07/2016


Flaco è stato il cofondatore dei Punkreas, uno dei più noti gruppi punk italiani, dal 1989 fino al 2014.
Nel 2016 esce allo scoperto con un nuovo progetto chiamato Flaco Punx. Leggete cosa ci racconta!

C'è stata un po' di confusione su web riguardo alla tua dipartita dai Punkreas. Sei stato estromesso per "incompatibilità caratteriale", cosa alquanto strana perché ciò dovrebbe avvenire dopo poco che ci si conosce, non dopo 25 anni! Sei riuscito a capire qualcosa di più da tutta questa faccenda?

Bhè, adesso mi è chiaro che andavamo in direzioni diverse. Io cercavo disperatamente un approccio nuovo, che ho trovato solamente una volta rimasto solo. Loro preferivano ignorare la realtà e replicare se stessi, perché avevano paura di perdere pubblico. All’epoca ero troppo sicuro di me per prendere seriamente in considerazione la loro prospettiva, che prevedeva ad esempio il tour dei 25 anni. Direzione troppo conservativa per i miei gusti. Non ci pensavo proprio. Forse in questo senso il carattere un po’ c’entra. Probabilmente per farmi capire che facevano sul serio hanno dovuto buttarmi fuori. Poi però si sono accaniti oltre il lecito. La mia mancata sensibilità per le loro paure l’ho pagata con interessi da usura.

Riesci comunque a pensare ai Punkreas con serenità?

I ricordi sono intatti. Non attribuisco all’epilogo nessun significato generale e rifarei quello che ho fatto perché continuo ad esserne orgoglioso. Però l’epilogo c’è stato e per come l’ho vissuto, anche se continuerò a rivendicare la mia storia, al momento preferisco non ricordarla troppo. Non posso negare che per me la soluzione più corretta sarebbe stata lo scioglimento. Avremmo lasciata intatta agli occhi dei fans una storia che non meritava d essere compromessa. Ma la coerenza ha un prezzo, e non tutti sono disposti a pagarlo. Soprattutto in tempo di crisi economica.

Quali sono i ricordi più esaltanti?

Tanti, ma se dovessi ritenere di aver già dato e avuto il meglio, smetterei immediatamente. Anche se sono consapevole che l’impresa di superare certi traguardi è titanica.

Immagino ci saranno state anche fatica e sacrifici

 Ma quando hai un obbiettivo che ti sei dato da solo e nessuno ti ha imposto, i sacrifici non vengono percepiti come tali. Sono solo cose che devi fare se vuoi realizzare i tuoi progetti. Di sicuro non direi che ho fatto una vita di sacrifici. Il che non significa che non abbia sgobbato come un pazzo. Solo che non potrei dire di aver vissuto quelle fatiche come sacrifici

Dopo tanti anni comunque il "mestiere" e la noia sono un fatto ineluttabile in una gruppo?

No, però dover fare i conti con un’economia ristretta e in costante contrazione e con le attese di un pubblico spesso più conservatore degli artisti, non aiuta.

Ci parli della band che hai costruito per Flaco Punx?

Ci ho messo un po’ a rimettermi dallo shock. Per qualche mese non ho toccato la chitarra. In compenso ho consumato libri, perché avevo bisogno di nuove idee, nuovi punti di vista. Dopo un po’ il Mastino, mio fratello e primo indimenticato drummer dei tempi d’oro, mi ha chiesto se avevo intenzione di stare in letargo ancora per molto. Lui mi ha messo in contatto con Carlo, che mi poteva aiutare nella stesura di nuove canzoni, e aveva una voce perfetta per i miei testi. Nel giro di qualche mese avevamo già l’ossatura dell’album. Il Mastino non aveva il tempo per fare altro che da angelo custode, così abbiamo imbarcato Dario ex Yokoano, alla batteria. Poi è arrivato Mattia al basso. Le canzoni erano quasi tutte pronte, si trattava di impararle e poi di registrarle e loro non hanno avuto nessuna difficoltà. Poi tutti hanno fatto quello che potevano per contribuire al progetto e questa è la strada giusta per diventare una vera band.

"Bubblegum" è il primo singolo della nuova avventura, fin dal titolo una canzone leggera ed estiva

Si, avevo voglia di una canzone che a primo ascolto suonasse spensierata e sensuale. Pensa che mentre stavamo registrando i primi frammenti di testo, è passata in sala Lara, cugina di Carlo. Le abbiamo chiesto di simularci qualche orgasmo al microfono e il risultato era fighissimo. La sua voce dava una marcia in più alla canzone. Alla fine abbiamo tenuto quei provini anche nel master finale. Era inutile registrare di nuovo, era perfetto così. Detto questo, sono sicuro che agli ascoltatori più attenti non sfuggiranno altri piani di lettura della canzone.

Cosa ci dobbiamo aspettare dal tuo nuovo album "Coleotteri"?

Tanti tasselli di un unico mosaico. Ogni tassello può stare a sé, ma penso che una canzone illumini l’altra, e sentendole tutte si può cogliere l’organicità del lavoro. Questo è il modo in cui mi piace scrivere, avendo in mente un’idea guida generale. Dopodichè se riusciamo ad arrivare alle orecchie, al cuore e alla mente degli ascoltatori anche solo con una di queste canzoni, siamo felici

Il mondo musicale è cambiato tantissimo da quando hai iniziato a suonare. Come vivi questi mutamenti?

Il download digitale ha colpito durissimo. Di fatto il disco in quanto tale non ha più un vero valore economico. Questo colpisce soprattutto i piccoli e gli indipendenti, quelli che non assecondano i gusti di massa. Il risultato è simile a quello nel mondo del cinema: chiudono tutti i piccoli cinema e restano decine e decine di multisala dove puoi vedere solo Checco Zalone. Io li odio i multisala. Ci vado solo a masturbarmi

I tuoi progetti nell'immediato futuro?

Il mix è appena finito, adesso voglio andare in vacanza una decina di giorni a ricaricarmi. Al rientro master e copertine e da inizio settembre prove per il live, poi a fine mese nuovo video e uscita disco. Ci sarà del gran lavoro da fare, anche perché per il set live vogliamo inserire un’altra chitarra. Non vedo l’ora di rimettere piede su un palco.

Flaco Punx
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