Altera: Entrevista del 04/09/2013

Publicado el: 04/09/2013


Gli Altera sono un gruppo "storico" per Genova e non sono, in quanto suonano e creano arte da molti anni e continuano ad andare avanti seguendo le proprie passioni!

Partiamo dagli inizi. Vi formate a Genova nel 1996. Il nome del gruppo da dove deriva? Chi o cosa vi ha dato l'impulso per mettere su una band musicale?

DAVIDE: Alterama (l'unione delle due parole ALTER e DRAMA, azione alterata) era il nome della primissima formazione, nata con la mia chitarra nel 1993...
Con l'arrivo del nuovo cantante Stefano, tre anni dopo cambiano suono e testi... e quindi anche il nome, che non dimentica l'avvio della band ma vira altrove...
Poi l'idea di una musica in qualche modo "Altera", come certe donne bellissime e lontane, ci piaceva assai... E ci piaceva anche il suono della parola Altèra, che ben legava con la "Livida speranza" del titolo del nostro primo progetto autoprodotto.

Siete partiti da un'autoproduzione su cassetta "Livida speranza" del 1996, di cui tra l'altro conservo ancora una copia... Com'è stata questa vostra prima esperienza?

DAVIDE:Dopo 4 mesi che suonavamo insieme esplose la voglia di buttar fuori ciò che stavamo creando a grande velocità... sentivamo la necessità di farci ascoltare, come un'urgenza... Abbiamo iniziato a registrare con un Fostex 4 tracce (che funzionava con normali audiocassette!) passando varie notti in sala prove e il risultato finale è stato ottimo, per noi, per la critica musicale e soprattutto per gli ascoltatori...
STEFANO: Poi nel tempo abbiamo colpevolmente rallentato di molto le uscite discografiche.

Tanti anni fa, avete organizzato una serata svoltasi al Centro civico "Buranello"di Sampierdarena a Genova. Io ero presente con un banchetto, poi c'erano gli Altera, Freak Antoni...Qualcuno ha dei ricordi più precisi?

STEFANO: Era il marzo del 1997, presentazione ufficiale dell'autoproduzione "Livida Speranza". Da quel giorno con Freak è iniziato un rapporto che non si è più interrotto. Fra gli ospiti ricordiamo anche il cantautore genovese Sergio Alemanno. Avevamo stampato grazie al supporto dell'Uffico Politiche Giovanili del Comune (la mitica Gianna Caviglia!) dei grandi manifesti a colori, sparsi per la città... Altri tempi, adesso il supporto istituzionale alle band è vicino al rasoterra... Con Freak nacque soprattutto una bella amicizia (ogni tanto quando Freak passa da Genova si ferma a dormire da me)... Nel 2001 fu ospite in "Canto di spine" e sarà ospite (questa è un'anteprima assoluta) anche nel prossimo cd "Italia sveglia pt.2". Ricordiamo anche un bellissimo live nelle cave di Carrara con lui e Franz Di Cioccio della PFM che suonava le percussioni più assurde (scatole con dentro di tutto), lamine, ferri e quant'altro... Sergio Alemanno è un altro grande amico, abita vicino a casa mia...
DAVIDE: "Livida speranza" si apriva con la sua voce recitata... con lui ed Alessandro Quasimodo abbiamo condiviso un mini tour in Liguria nel 2004... Sergio ha sempre suonato nella ns. manifestazione "Mi hanno rubato il prete", in memoria di fatti del 1970 legati a don Gallo.

Come siete riusciti ad entrare nella raccolta "Fuori dal Mucchio: il rock d'autore vol.1"? Quanto vi ha aiutato essere stati inclusi?

DAVIDE: Federico Guglielmi aveva recensito molto bene "Livida Speranza" sul "Mucchio Selvaggio" e lui stesso ci aveva scelti per "Fuori dal Mucchio"... Fu una gioia, una soddisfazione non da poco. La cosa ci mise qualche occhio addosso senz'altro... ma nulla più; fu dopo l'autoproduzione, comunque, il secondo gradino della nostra vicenda.

Da qualche mese il Mucchio Selvaggio è nella bufera, pare che la "dirigenza" per decenni abbiano "mangiato" con i contributi dello stato, facendo operazioni moralmente dubbie e sottopagando o non pagando collaboratori, quando i due principali personaggi del Mucchio compravano case e auto di lusso con i proventi e le sovvenzioni. Siete a conoscenza di questi fatti? Cosa ne pensate?

STEFANO: Ne siamo venuti a conoscenza quando Federico Guglielmi ha lasciato la rivista... Abbiamo massima stima di lui e molte spiegazioni si possono leggere su questa pagina del suo blog http://lultimathule.wordpress.com/2013/05/07/perche/. Per il resto, per varie ragioni, abiamo smesso da tempo di seguire i percorsi delle riviste musicali... Certo la faccenda non risplende; pare in linea, purtroppo con il resto del paniere nostrano... che ha tutto tranne che un buon sapore e zero fragranza.

Parlateci del cd "Canto di spine" versi italiani del '900 in forma canzone uscito per Sony nel 2001. Da dove è nata l'idea di mettere in musica testi di famosi poeti come Montale, Quasimodo, Pasolini, Ungaretti, ecc? Come è stata accolta? In che modo siete riusciti ad avere collaborazioni del calibro di Paolo Fresu, Steve Piccolo, Manuel Agnelli (Afterhours), Roberto "Freak" Antoni (Skiantos), Emidio Clementi (Massimo Volume), Francesco Moneti (Modena City Ramblers), Gigi Cavalli Cocchi (CSI), Omar Pedrini (Timoria), Daniele Bagni (Pelù), Franz Di Cioccio, ecc?

DAVIDE: Come si legge sul nostro sito: "Canto di spine è prima di tutto un sogno. Un grande sogno che è diventato poesia elettrica vera, reale, unica, vicina agli occhi ed al cuore". Alcuni lo considerano l'album d'esordio più ambizioso, articolato, ricco di idee, segnali, ospiti, percorsi, contributi, mai realizzato in Italia. Nessuno aveva mai tentato prima di riunire in un unico progetto i versi dei più grandi poeti del nostro paese, creando quella che è di fatto la prima antologia sonora della poesia italiana." Il punto di partenza è stato musicare "Se questo è un uomo" di Primo Levi per proporlo il 25 aprile in un concerto di fine anni '90 alla storica sala "Chiamata del Porto" di Genova... il risultato è stato così incoraggiante che siamo andati avanti, tutti gli artisti ospiti nel CD parteciparono (amichevolmente) coinvolti direttamente da noi, perchè affascinati dal progetto... Alcuni erano amici (Agnelli, Piccolo, Clementi), altri già vicini a noi (Antoni, Quasimodo)...

Un discorso particolare merita Alda Merini...

STEFANO: Meravigliosa, anche in copertina, seduta al pianoforte che improvvisa il tema di "Johnny Guitar" (finito sul CD e poi anni dopo ripreso pedissequamente in un disco da Milva), mentre recita la sua poesia, con gli occhiali da sole in conferenza stampa alla Fnac di Milano mentre le proiettano addosso il nostro videoclip... Poesia pura, spesso aspra come è giusto che sia, ogni volta che parlava. Qualcuno ha detto che "Canto di spine" verrà ricordato più per la copertina che per i contenuti... forse, ma è stato sicuramente un grande onore e, permettimi, una fatica oltre ogni immaginazione dal punto di vista organizzativo per liberatorie, eredi, ospiti, partecipazioni e mille altri dettagli. Ma ne è valsa la pena. Resta il rammarico di saperlo fuori catalogo. Una ristampa sarebbe una bella notizia, ma finora nessuna nuova...

Nel 2000 parte il progetto "Canto di filo spinato": un treno di studenti che ripete il viaggio dei deportati italiani da Fossoli MO ad Auschwitz). Un qualcosa di ambizioso, soprattutto per le risorse necessarie?

STEFANO: Il progetto è rimasto tale, non si è riusciti a metterlo in pratica: in collaborazione con referenti di varie Istituzioni e Comuni erano previste performance su poesie di P. Levi nei Lager; il tutto è stato azzerato dall'inconcludenza dei referenti istituzionali, specie alcuni collaboratori dell'allora Ministero della Pubblica Istruzione (targato centro sinistra, ovviamente)... ricordo ancora un certo Marco Braghero... un personaggio "prezzemolino" e ciarliero da dimenticare a dir poco.

Avete mai provato a rivolgervi al mercato straniero? Quali sono le sfide e le difficoltà nel proporre un prodotto musicale italiano all'estero?

DAVIDE: Sicuramente l'ostacolo maggiore è l'utilizzo della lingua italiana e la difficoltà, nel nostro caso, di realizzare traduzioni fedeli ai testi originali mantenendone la musicalità. In ogni caso comunque siamo sempre stati una band legata all'utilizzo della nostra lingua... non abbiamo mai guardato oltre i nostri confini... ed abbiamo fatto male.

Genova e centri sociali. Nel decennio scorso c'è stato il massimo splendore. Tutto era iniziato con l'Officina che è stato un precursore, poi tantissimi centri sociali: Zapata, Inmensa, Terra di Nessuno, ... Nella mia visione, nei primi anni ci sono state molte attività culturali, concerti interessanti di svariati generi. Poi ad un certo punto, tutto ciò e venuto meno. Musica ska, politicizzazione, in un collasso generale che ha decimato i frequentatori. Qual'è il vostro quadro?

DAVIDE: Appunto un quadro di collasso generale e smantellamento culturale dove un ruolo decisivo è stato svolto dalla programmazione dei media partendo dal karaoke anni '90 e arrivando ai talent show attuali per una "cultura usa e getta"; nei centri sociali non c'è stato rinnovamento, rispetto alla musica si è riproposta sempre la stessa formula e, soprattutto gli stessi generi e gruppi, creando un circolo chiuso. Sinceramente non ci siamo mai nemmeno impegnati più di tanto per andarci a suonare, non ci interessava.

Genova, cultura e locali per suonare. Parliamo un pochino dei locali "storici" di allora e di adesso.

DAVIDE: Genova ha vissuto un'epoca, dagli anni '80 fino ai primi '90, in cui si poteva proporre la propria musica dal vivo senza troppe difficoltà ed in contesti di tutto rispetto. In seguito, ricordo nuovamente il karaoke di Fiorello come elemento destabilizzante, molti locali hanno abbandonato questa strada (e molti negli anni chiusero i battenti...) per altre vie più economiche all'apparenza. Ci sono stati eventi per i quali anche le istituzioni non hanno saputo coglierne i vantaggi: le Colombiadi del '92 con un tristissimo programma RAI diretto da Biscardi che andava in onda dallo Yacht Club oppure la più recente Genova 2004 Capitale Europea della Cultura.
STEFANO: A Genova ricordo il Coccodrillo a S.P.d'A. (ci vidi i Diaframma), il Mister DO appena sopra la Zecca, il No comment a Nervi, ovviamente Il Quaalude ed il Lukrezia... La Panteca a Principe, dove (come mille altri) cantai per la prima volta...

Cosa rappresentava per voi Don Andrea Gallo?

DAVIDE: All'interno del nostro percorso artistico ed umano il Gallo ha rappresentato una tappa fondamentale, Stefano ha avuto il merito di riproporre le sue origini, l'avvio del suo percorso di uomo e di prete cristiano che dedicherà l'intera esistenza agli ultimi. Il 2 luglio 1970 un intero quartiere scese in piazza spontaneamente, per protestare contro l'allontanamento di un giovane viceparroco da parte della Curia genovese. Era proprio il Gallo...
STEFANO: "Mi Hanno Rubato Il Prete!" è la canzone che parla della sua storia, è il cortometraggio che parla della sua storia, è la manifestazione che si ripete ogni 2 luglio dal 2007. E' persino un murale... proprio sotto quella chiesa del Carmine dalla quale fu allontanato... invano.

La politica nella musica degli Altera. Le strutture della sinistra aiutano maggiormente la diffusione della cultura di chi si “espone” politicamente, rispetto a chi rimane neutro. Questo mi è sempre sembrato un problema fondamentale nell'apparato culturale italico. Cosa ne pensate?

DAVIDE: nel nostro percorso artistico è presente un forte impegno civile e culturale, alcuni temi sono sicuramente cari a quella che una volta era chiamata "sinistra", ma ciò non è stato di grande aiuto relativamente alla diffusione della nostra proposta artistica, forse vale anche qui quanto detto per i centri sociali...
STEFANO: le fregature più grandi guarda caso le abbiamo prese proprio da personaggi della presunta sinistra... come quando venimmo estrapolati da una raccolta per un brano (che non c'entrava con la medesima) dedicato a Che Guevara che si intitolava... "Merda d'artista"...

Ha più senso parlare di destra e sinistra, in un momento storico in cui tutti hanno deluso? Bisognerebbe forse iniziare a distinguere solo tra gente onesta e disonesta? Di concretezza contro chiacchiere? Già nel 2001, Gaber cantava il brano "Destra-Sinistra", quindi la sensazione si trascina da vari anni.

DAVIDE: Gaber aveva già capito tutto e l'attuale governo ne è la massima espressione.
STEFANO: Credo che la caduta del muro di Berlino abbia fatto danni indiretti a dir poco inenarrabili... Il capitalismo non ha più avuto deterrenti o inibitori (il vecchio PCI, il sindacato, ecc.) ed ha dato il peggio di sè (mostrando la sua vera faccia), attraverso il liberismo, la globalizzazione ed il precariato di massa. Dall'altra parte, senza più riferimenti chiari, tutta l'area della sinistra è implosa, diventando il nulla spezzettato di oggi e lasciando il campo (ed il paese) per 20 anni a figuri come Berlusconi e Bossi, che si sono rivelati dei virus finora privi di rimedio per il paese... che in verità non è mai esistito. E dopo un piazzista miliardario ha scelto un comico milionario... Ti pare "normale"?

Quanto influisce la difficoltà di trovare una formazione stabile, nel portare avanti un progetto musicale?

DAVIDE: Sicuramente è un fattore penalizzante, ormai ci consideriamo una sorta di duo allargato con alle spalle 17 anni di attività, un collettivo artistico "aperto".

Nel 2012 è uscito il disco "Italia sveglia - note per destare un paese pt.. 1". Ci raccontate qualcosa della sua realizzazione?

DAVIDE: Si tratta, nelle nostre intenzioni, di un progetto coraggioso,ovviamente indipendente, rock (ora che non è più di moda e sta scomparendo), dedicato al momento che attraversa il paese... un disco provocatorio e completamente fuori dagli schemi. E un album digipack diviso in due parti, è anche una sorta di "librino" semi sociologico sul tema, con una grafica da block notes che racchiude le 12 pagine del booklet, quasi tutto di testo; una traccia video (un cortometraggio di 15' minuti) completa il tutto. Lo scorso 2 giugno 2012, è uscita la 1° parte, con in copertina un'immagine dell'Europa dal satellite, con l'Italia non a caso spenta, al buio.
STEFANO: "Italia sveglia!" è un lavoro che vuole costituire un "punto a capo" sulla crisi "totale" del nostro paese ma soprattutto è un invito a contrastare l'immobilismo, le "paure italiane" e l'anti-politica inutile, ad impegnarsi in prima persona... tra citazioni di Pasolini, Calamandrei e Pertini ed un ospite speciale: don Andrea Gallo, il "prete da marciapiede" della comunità di S. Benedetto al Porto GE, di cui parlavamo prima. L'album si muove liberamente attraverso il filo della Memoria, prendendo come riferimento imprescindibile i fatti del dopo terremoto a L'Aquila e il futuro "non pervenuto" di quella città. La musica ed i suoni vanno di pari passo con il passato "recente" italiano... e con i contenuti del fitto libretto del cd, FOTTENDOSENE ALLEGRAMENTE DELL'ESTETICA MUSICALE "ALTERNATIVA".

Altera, Internet e le nuove tecnologie.

DAVIDE: Internet come supporto per farsi conoscere e diffondere le proprie idee a prezzo zero, gli mp3, la smaterializzazione dei supporti. E' un'opportunità straordinaria ma difficile da manovrare opportunamente. Quasi una goccia nel mare, considerando la mole di materiale che ogni giorno esce sulla rete... Anche come supporto per realizzare i propri progetti ed evoluzione dell'autoproduzione, fondamentale per noi è stato l'utilizzo di Produzioni dal Basso http://www.produzionidalbasso.com/pdb_1120.html, piattaforma gratuita di crowdfundin che offre uno spazio a tutti coloro che vogliono proporre il proprio progetto attraverso il sistema delle produzioni dal basso: raccolta fondi e finanziamenti attraverso una sottoscrizione popolare per la realizzazione di un progetto. "Italia sveglia!" è stato realizzato attraverso questo sistema.
Abbiamo voluto ringraziarli decidendo di apporne in ogni caso il logo in copertina.

Progetti per il futuro?

STEFANO: "Italia sveglia?"... parte seconda uscita prevista 2014... più musicale ma più pessimista e provocatorio... e persino divertente, caro il nostro Fabrizio!

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