Remo Anzovino
Tabù
Tabù: dietro tanti tabù un grande compositore.
Questo nuovo disco di Remo Anzovino è pregevole sin dalla scelta del titolo che è di facilissima memorizzazione e racchiude in se il manifesto programmatrico di questo lavoro, cioè affrontare i tabù, gli aspetti più inestricabili e misteriosi dell’epoca in cui ci troviamo a trascorrere la nostra esistenza, spesso non comprendendone appunto le contraddizioni che la contraddistinguono.
La title-track “Tabù”, che inizia con struggenti note suonate al pianoforte per farsi poi subito cadenzata, prima martellante, poi più ariosa ma sempre incalzante, è come fosse una lotta alla sopravvienza, un desiderio intenso di sopravvivere alle contrarietà di questo mondo che spesso ci impediscono di essere felici.
“Son” è distesa, serena, come sereno e felice è chi assiste alla nascita di una nuova creatura, non è certo quello il momento in cui uno pensa alle fatiche del vivere, è il momento del ringraziamento, si ha davvero il senso che un piccolo miracolo sia appena avvenuto e noi ne siamo stati testimoni.
Languida e seducente è “Amante” giocata sui ritmi del tango, introdotta dal pianoforte di Remo e dal contrabbasso, per essere poi affidata al pianoforte e ad una fisarmonica che suadente sembra quasi sorreggere con la propria intensità la fluidità del pianoforte. E’ un brano decisamente ballabile e allo stesso tempo fruibile da chi si stringe tra le braccia dell’amata magari su un comodo sofà.
“Metropolitan” sembra cominciare sommessa, ma si rivela ben presto energica, scattante, piena di brio e di agitazione interiore è dedicata alla frenesia della vita vissuta nelle moderne metropoli, qui sono certamente più presenti le percussioni a cadenzarne il ritmo.
Placida, come il mare quando non è in burrasca è “Sambanero” che si apre sospesa tra contrabbasso e pianoforte, ed affronta la tragedia del viaggio senza ritorno dei tanti extracominicari costretti ad abbondonare il proprio paese per affrontare un viaggio della speranza di sola andata, è sognante e malinconica al punto giusto.
Ancor più intenso e struggente è il tema eseguito al piano solo da Remo per il succesivo brano “Deriva”, che sembra portarsi dentro un grande dolore, si avverte come un senso di smarrimento senza alcuna via d’uscita, senza alcuna ancora di salvezza.
In “Due dita” sono le percussioni ad introdurci ad un tema decisamente più solare, luminoso, persino un po’ latineggiante in cui il piano scorre libero senza ripensamenti. Bello è l’inserimento del trombone di Mauro Ottolini che sembra piano piano insinuare una vena di malinconia, di saudade in questo brano.
“Dentro le mura” affronta il tema della reclusione, della mancanza di libertà fisica di chi si ritrova, suo malgrado, richiuso tra delle mura, quasi fosse un animale racchiuso in un recinto. E’ un brano triste, vagante, che sembra volersi ad un certo punto distendere, aprirsi alla ricerca di libertà, di nuovi orizzonti che non siano le quattro tristi pareti di una cella.
“Dove sei” è un altro pezzo struggente, dettato dalle note quasi rarefatte del piano, tocchi lenti che che sembrano attendere l’ingresso in punta di piedi del sax soprano di Nevio Zarinotto, poi c’è ancora la fisarmonica. Ma è soprattutto un senso di assenza e di impotenza a trasparire da questo suggestivo e splendido brano, che ricorda nello stile Chet Backer.
Misterioso, come misteriosa è l’anima di ogni uomo, è il succesivo “I misteri di un’anima”, già pubblicato da Remo nel precedente disco e qui riproposto in una nuova versione.
Ancora il piano solo velato dalla fisarmomica apre “A mani nude”, brano che piano piano si fa forza e prende vigore, è molto evocativo e sembra sottolineare un senso di sconforto, di incapacità di affrontare a testa alta la propria esistenza.
“Cammino nella notte”, invece, sembra veleggiare con decisione verso nuovi lidi, non dà un senso di smarrimento, ma anzi di sicurezza, pur nel buio della notte sembra un incedere disinvolto, senza dubbi e tentennamenti, è un pezzo trascinante, in cui il trombone non suggerisce malinconia bensì una forza interiore, forse è proprio dentro di noi che occorre cercare la forza de superare il mal di vivere.
Remo Anzovino
Tabù
Traks:
- 1) Tabù
- 2) Son
- 3) Amante
- 4) Metropolitan
- 5) Sambanero
- 6) Deriva
- 7) Due dita
- 8) Dentro le mura
- 9) Dove sei
- 10) I misteri di un’anima
- 11) A mani nude
- 12) Cammino nella notte
Information taken from the record
Marco Anzovino, chitarre
Gianni Fassetta, fisarmonica
Danilo Gallo, contrabbasso
U.T. Gandhi, batteria e percussioni
Remo Anzovino, pianoforte
Mauro Ottolini, trombone in Due dita e Cammino nella notte
Flavio Davanzo, flicorno in Amante
Nevio Zaninotto, sax soprano in Dove sei
Produzione esecutiva e Direzione artistica: Remo Anzovino e Jonathan Giustini
Found Resourcing e product placement: Sandra Conte
Registrato da Stefano Amerio presso Artesuono Recording Studio, Cavalicco (Udine), Italia
Mixato da Marco Tagliola presso Officine Meccaniche Recording Studio, Milano, Italia
Masterizzato da Giovanni Versari presso Nautilus Mastering Studio, Milano, Italia
Foto di copertina e foto interne: Gianluca Moro
Progetto grafico: Chiara Fenicia
Edizioni musicali: Remo Anzovino/ Odd Times, tranne I misteri di un’anima e Cammino nella notte / Look Studio-Rai Trade