Cd
, 1978 ,
Numero uno/Rca
E piove ormai già da quattro giorni
la sabbia del deserto viene su dal mare
la pasticcera ha rimesso su le calze
le pieghe del lenzuolo le ha stampate sulla pelle
E' passato ormai il tempo dei ramarri
nascosti dentro ai fossi con le facce da idioti
e l'inquietudine cresce dentro come un cancro
sì ce n'è di che se io mi lascio andare
Piove sabbia del deserto proprio qui in provincia
Dietro la porta della mia stanza a pagamento
io sento muoversi la padrona della pensione
nell'occhio destro ha la forma della serratura
sono schiavo del suo gioco perchè non le parlo chiaro
Amore mio ho aspettato quattro ore
seduto su un muretto bagnato fino all'osso
e la cartella coi disegni a carboncino
l'ho buttata giù di sotto tanto non sarò mai un artista
Piove sabbia del deserto proprio qui in provincia
Domai vengono a prendermi i parenti
per le feste comandate torno sempre a casa
mi sentirò dire che non ho mangiato
che sono dimagrito che sono bianco come un cero
Amore mio i tuoi giochini sul divano
me li conto ad uno ad uno nel sedile posteriore
però più in là io non posso andare
perchè ho già bisogno dei tuoi occhi sulla mia pelle
E la provincia come un'isola di matti
perduta nella pioggia si allontana alle mie spalle
e l'inquietudine mi cresce dentro come un cancro
sì ce n'è di che se io mi lascio andare
Piove sabbia del deserto proprio qui in provincia
Piove sabbia del deserto proprio qui in provincia