Eva!: Interview 08/07/2009

Posted on: 08/07/2009


Ho avuto l'occasione di incontrarmi con Dany per la consegna "a mano" del demo, visto che siamo entrambi di Genova, ed abbiamo fatto quattro chiacchiere al bar. Da questo incontro ho tratto alcuni spunti per l'intervista che trovate in questa pagina, realizzata successivamente tramite email.

Rispondono a turno Dany ( Lucky Bastard), Layla ( Li'l Ly), Andrea ( Smoggy) e Alessandro ( Mr What).

Intanto una domanda: come siete venuti a conoscenza del sito di Estatica?

Lucky Bastard: Internet e qualche colpo di click su Google. Eravamo alla ricerca di testate web che potessero dare voce alla nostra proposta musicale e ci siamo felicemente imbattuti in Estatica. Così abbiamo preparato un demo e abbiamo deciso di scrivervi.

Siete tutti in età "universitaria"? Come coniugate il tempo da dedicare alla musica e allo studio/lavoro?

Li'l Ly: Beh, qualcuno ha detto che per la musica c'è sempre tempo! Per noi è un rito sacro da rispettare. Anche se non è sempre facile gestire i nostri spazi, con tanto buono spirito organizzativo e pazienza troviamo tutto il tempo e la cura giusta per il nostro progetto.

Qualcuno di voi proviene da precedenti esperienze musicali di un certo rilievo, oppure è la vostra "prima volta"?

Smoggy: Ognuno di noi arriva già da altre esperienze musicali fra gruppi cover, tributi di vario genere o band con repertorio originale. Dany e Enrico vengono dal metal Alessandro viene dal jazz e Layla e io da blues e rock band.

Cosa ci puoi raccontare di questo demo di debutto "In rock motion" ?

Li'l Ly: E' stata un'esperienza ricca di emozioni, circondata da serenità e voglia di farsi ascoltare. “In Rock Motion” è stata un vero e proprio evento (ironizza)!; mentre lavoravamo al demo e al suo “suono” sembravamo tutti dei papà in sala d'attesa!

Trovo la vostra musica, così come si presenta in questo primo demo, molto "positiva", lontana da crisi e tristezze adolescenziali.

Li'l Ly: Direi finalmente! Accidenti, ma a nessuno va più di ridere? La vita è un soffio di vento. È meglio viverla con un bel sorriso. Visto che noi vogliamo comunicare energia, è bello vedere che il messaggio è stato compreso in pieno.

Quali sono i gruppi e i dischi che vi hanno influenzato nella realizzazione del demo? Ci sono dentro moltissime influenze

Lucky Bastard: Visto che ci siamo posti l'obiettivo di creare un sound che permettesse la simultanea compresenza di stili musicali differenti abbiamo potuto attingere interamente dal profondo bagaglio culturale dei nostri ascolti. Non è stato immediato abituarsi ad uscire dagli schemi di genere, ma una volta abbandonate le divisioni stilistiche le possibilità creative sono cresciute esponenzialmente. Con un ascolto attento del demo potresti capire che le influenze ispiratrici che ci sono dietro comprendono i Depeche Mode, gli Infected Mushroom, Danny Elfman, i Muse, i Chemical Brothers, Caparezza, i Baustelle, i Queen of the Stone Age, fino ad arrivare ad Ac/Dc, Led Zeppelin ed Iron Maiden.

Quanto è importante per voi il myspace?

Smoggy: Sicuramente molto. E' una possibilità in più per farsi conoscere, avere contatti con altri artisti provenienti da tutto il mondo.

Quali sono secondo voi i locali culturalmente più interessanti a Genova? E gli spazi per suonare?

Mr What: Credo che Genova stia vivendo un brutto momento dal punto di vista musicale e più in generale anche culturale. Mi sembra che la città offra davvero poche possibilità di espressione ai giovani. Attenendomi però a quello che mi compete, cioè la musica, sono davvero dispiaciuto di non vedere alcun investimento in questo campo (da parte dei gestori degli spazi e delle istituzioni) e quasi un antagonismo diffuso nei confronti della musica dal vivo da parte degli abitanti. I palchi genovesi sono davvero pochi e mal organizzati, sia come strumentazione resa disponibile dai locali, sia come organizzazione delle serate e delle programmazioni, e questo influisce pesantemente sulla qualità dell'offerta musicale. Per quanto riguarda poi l'impatto sugli abitanti della musica dal vivo, beh, non è una novità: la musica LIVE dà fastidio. Viene spesso considerata “rumore” e guai se si suona dopo mezzanotte.
Purtroppo temo che questo atteggiamento di sufficienza sia diffuso in tutta Italia. Il Bel Paese è mentalmente chiuso e non punta sulle nuove generazioni e le nuove idee.

Ritenete i supporti musicali (con copertina, libretto / busta testi, ecc.) ancora importanti, oppure si tratta ormai di oggetti obsoleti?

Lucky Bastard: Anche se nell'era della digitalizzazione i prodotti industriali non sono più finalizzati alla loro conservazione nel tempo. nutro un profondo legame affettivo per la natura fisica dei CD, o meglio ancora dei vinili (di quest'ultimi possiedo una piccola collezione, anche se non ho nessun supporto per riprodurli!). Il piacere di avere tra le mani un artwork curato, o dei contenuti speciali sfiziosi e ben integrati all'interno del packaging, possano ancora costituire un elemento di incoraggiamento per l'acquisto di un disco. Peccherò di eccessiva soggettività ma... Se è vero che la musica ha fisicamente bisogno solo dell'aria in cui si propaga per potersi esprimersi, ed un quadro necessita appena della luce per poter essere apprezzato, trovo che la differenza che corre tra il supporto originale dell'artista e un mp3 sia paragonabile a quella che passa tra Guernica e un poster motivazionale a fondo nero commercializzato a fini divulgativi... L'unico vero, attualissimo, problema è il costo medio elevato dei dischi immessi sul mercato.

Raccontateci un po' il discorso del diario di Eva di cui mi ha accennato Dany.

Mr What: L'idea del Diario di Eva è il primo piccolo esempio di come puntiamo a presentare la nostra proposta musicale (e più). Il nostro obiettivo è, ed è stato fin dall'inizio, proporre al pubblico non solo il nostro repertorio di pezzi originali, ma cercare di comunicare anche attraverso altri mezzi, come appunto il Diario che contiene il racconto delle “avventure” di Eva. Su questa idea di fondo si basano anche i featuring vocali e strumentali che stiamo organizzando ormai quasi per ogni nuovo pezzo e altre collaborazioni che stiamo pianificando con ragazzi che si dedicano alla grafica, fumettistica e cinematografia. In pratica ciò a cui miriamo è estendere il progetto a più persone possibili, non necessariamente all'interno del campo musicale, e trovo questo particolarmente stimolante e interessante.

Nel demo sono presenti: una intro, un brano strumentale, un brano in inglese e un brano in italiano. State tastando il terreno per capire dove muovervi? Avete avuto dei riscontri per decidere quale strada intraprendere?

Li'l Ly: Una cosa è certa: volevamo distinguerci! Scherzi a parte, ci hanno definito “elettro-pop-rock”. Io trovo il nostro groove delicato, ma anche un po' scanzonato, arricchito da una forte carica adrenalinica ad opera del synth. Per il momento abbiamo deciso di seguire solo il nostro estro e chi siamo lo definirà il tempo! La strada è forse lunga, ma senz'altro sgombra.

Sempre durante l'incontro Dany mi ha detto che secondo lui non ha più senso suonare generi "puri". Per quale motivo?

Smoggy: Penso sia tremendamente bello riuscire a contaminare la musica senza ragionare a compartimenti stagni, sopratutto e si tenta di dire qualcosa di nuovo. In ogni caso è una scelta e non c'è nulla di sbagliato anche nel fare un cd blues molto"roots". Ognuno di noi ha un ascolto molto vario che spazia il più possibile quindi viene anche molto naturale nella composizione.

La tendenza a spingere sempre di più sul crossover e la miscelazione di stili, fa sì che è sempre più difficile definire il "genere" che si sta ascoltando. Sempre più spesso il genere di un gruppo è descritto dall'elenco di svariati generi. E' il concetto stesso di genere a perdere senso?

Mr What: Sinceramente trovo abbastanza inutile il tentativo di “etichettare” ogni sfumatura musicale con un nome distinto. Personalmente credo che sia più utile individuare un numero abbastanza limitato di sonorità, come il rock, il pop, il jazz, il metal, la classica e cosi via, senza scendere troppo nel dettaglio o settorializzare eccessivamente. E credo che questo sia ancora più importante nel momento in cui si voglia scrivere musica, dà più libertà di espressione e permette di sfruttare varie influenze diverse in modo più agile.

L'importanza del logo e dell'immagine? Avete stampato un certo numero di adesivi per il demo, da "appiccicare" sul cd. Qual'è l'idea che ci sta dietro?

Lucky Bastard: Cercavamo un segno grafico dai tratti semplici che potesse sintetizzare l'idea dietro al gruppo con appena un colpo d'occhio. Il nostro progetto è nato così: allegro, brillante, desideroso di innovare e con tanta voglia di farsi notare fin da subito. Ecco spiegata l'idea degli adesivi: sarebbe stato molto più lungo e difficile emergere nel panorama musicale locale se si fosse atteso di fare una stagione di concerti. Certo, questo ha creato un po' di aspettativa e promesse da mantenere, ma spero che nessuno sia rimasto deluso del nostro lavoro. Abbiamo semplicemente provato a farci conoscere percorrendo piste meno battute.

Avete già composto nuovi pezzi? Verso quale direzione vi state evolvendo?

Mr What: Sì, abbiamo già pronti i pezzi del prossimo demo, che probabilmente registreremo dopo l'estate, e stiamo lavorando su nuove idee per il terzo. Per i tre pezzi del secondo EP abbiamo cercato di approfondire le sonorità “cinematografiche”, prendendo un po' dalle colonne sonore dei film di Tarantino, ma anche atmosfere tipiche dei film francesi e del grande Morricone. Per la terza demo invece pensavamo di creare una dimensione più elettro-acustica, lavorare sulle voci e su nuove influenze che stiamo scoprendo in questo periodo. Il nostro obiettivo è studiare varie sonorità diverse per poi maturare un sound caratteristico e personale.

Avete deciso di regalare il demo in giro per farvi conoscere. Lo scambio di mp3 è in ogni caso dilagante da diversi anni. Sarà sempre più difficile vivere solo di musica? Come vedete il futuro?

Smoggy: Vivere di musica è sempre più difficile, ma il problema sicuramente non è lo scambio di mp3. Molti musicisti ottimi non trovano spazio e d'altronde spesso la loro non è neanche considerata una professione. Sarebbe necessario investire molto di più nella musica prima di preoccuparsi del peer to peer.

Eva!