Dino Fumaretto: Interview 29/03/2009

Posted on: 29/03/2009


Da quando ci siamo sentiti l'anno scorso, sembra che le cose procedano bene, vedo sempre segnalati molti concerti nel tuo sito...
Spesso stai aprendo per nomi noti. Con chi ti è piaciuto maggiormente suonare? Hai qualche aneddoto da raccontarci?

Mi è piaciuto suonare con quasi tutti, in particolare mi sono divertito con Paolo Benvegnù; alla fine mi riempiva sempre di complimenti, addirittura si inginocchiava... e io mi sono montato la testa.
Poi mi hanno detto che queste scene lui le fa praticamente con tutti. Intendiamoci: Paolo Benvegnù non è una persona falsa, tutt'altro, è una persona squisita, e non si da' arie. Ma mi fa ridere pensare a tutti musicisti in giro per l'Italia che raccontano fieri di aver ricevuto smodati complimenti da Benvegnù. E' fantastico.

Il lato teatrale dei tuoi concerti come si sta evolvendo?

Potrei dirti che ho affinato alcune tecniche, ma non è vero. Anzi, probabilmente su questo aspetto mi sono involuto. C'è ben poco di preparato nei miei concerti, se non una normale scaletta di canzoni, che non sempre seguo fedelmente.
Seguo molto l’istinto, e a volte sono antipatico.
Ad un concerto per far smettere di parlare il pubblico ho urlato: "Signore e signori, vi chiedo un minuto di silenzio per i morti di Nassirija". Gelo in sala. Mi sono messo a ridere e ho cantato Venite assassini .
Questo per farti capire quanto sono antipatico a volte.

Sei da poco uscito con questo mini in formato digitale dal nome "Pitocco". Chi è questo "Ispettore Pitocco"?

E' un racconto che ho scritto alle scuole elementari: un ispettore infallibile che però si dimentica di ogni criminale che cattura.

Bella la copertina, il legame con l'infanzia è sempre una cosa importante.

Infatti ho trovato interessante il fatto che sin da bambino ero in qualche modo portato allo smarrimento esistenziale. E con questo EP ho giocato molto seriamente. Ho inserito alcuni suoni, un po’ di voci, cercando sempre di farlo in modo ironico e un poco sgangherato.

E' davvero stato un anno terribile?

Per me no, mi sono divertito.
In generale "C'è crisi", come canta Bugo. Un anno terribile è stata scritta almeno tre anni fa, prima della canzone di Bugo.
Con questo non voglio insinuare nulla, è tanto per dire. Anche perché la mia canzone non è ballabile, è una lagna ai limiti della sopportazione.

Cosa ne pensi degli Afterhours a Sanremo?

Inizialmente ho pensato un po' male, poi ho visto che lo hanno fatto per motivazioni più che giuste: far luce su tutta una scena musicale, o meglio su tanti musicisti che non hanno spazio in televisione. In pratica tutti quelli che avrebbero qualcosa da dire.

E dei programmi come "Amici" e "X-Factor"?

Confermano quanto sia difficile cambiare qualcosa: è il trionfo del cantante standardizzato. Gli artisti, i creativi, non hanno spazio.
Ho visto che a X-Factor fanno cantare anche le canzoni di De Andrè. Beh, divertente: un De Andrè in quel programma non ci potrebbe entrare nemmeno con i carri armati.

Come sta procedendo il nuovo lavoro? Ci sono variazioni sensibili rispetto ai lavori precedenti? Raccontaci qualcosa

"La vita è breve e spesso rimane sotto", questo è il titolo del mio nuovo lavoro, sulla carta è pronto, e tra pochissimo inizio a registrarlo. Ho portato alle estreme conseguenze l'esistenzialismo comico di Fumaretto: noia e incubi di dubbio gusto.
Rispetto ai lavori precedenti credo che ci sia una maggiore consapevolezza e -mi auguro- una certa maturità. Canzoni forse meno d'impatto, più intense e solide.

Hai cambiato modo di lavorare e di comporre?

No, sostanzialmente non ho cambiato nulla.
Ma non mi rendo sempre conto dei cambiamenti.

Sembra che per il settore dei nuovi cantautori sia un momento particolarmente propizio, vedi il successo de "Le Luci Della Centrale Elettrica"
Te in questo periodo stai ascoltando qualcosa che ti piace particolarmente?

E' propizio perchè "C'è crisi", oltre che per l'evidente talento di alcuni cantautori.
Io in questo periodo sto ascoltando "L'amore non è bello", l'ultimo -e secondo me il migliore- album di Dente.
E poi The Cesarians, un gruppo inglese emergente. Poco tempo fa ho aperto un loro concerto, dal vivo sono fortissimi.
Hanno una formazione inusuale per un gruppo rock: tromba, clarinetto, bombardino, piano, batteria, voce. Niente basso, niente chitarre. Un po' "tedeschi", come piace a me.