GIOVANNI FALZONE QUINTET - Around Ornette (Parco della Musica 2011)
LISA MANOSPERTI - Where the west begings: Voicing Ornette Coleman (Dodicilune 2011)
GIULIANI-BOSSO-PIETROPAOLI-DI LEONARDO - The Golden Circle (Millesuoni 2013)
BARBARA RAIMONDI - Singing' Ornette!!! (Blue Serge 2013)
E' bizzarro che in Italia i tributi a Ornette Coleman e alla sua musica arrivino ad ondate.
Tra il 2004 e il 2006 discograficamente parlando, gli hanno reso omaggio il duo Cojaniz-Schiaffini e l'appassionato Tiziano Tononi con i suoi Ornettiani, autori di ben tre volumi, poi il silenzio e tra il 2011 e il 2013 altri quattro CDs che raggruppiamo qui in un'unica segnalazione.
Il trombettista Giovanni Falzone, dopo aver ascoltato l'incanto della musica di Coleman, su di lui ha addirittura presentato la propria tesi di laurea per il Corso di Jazz del Conservatorio di Milano e per celebrare l'infinito del suono di Ornette ha privilegiato nel suo quadro sonoro a tre fiati, il legame con il blues, inserendolo nell'aspetto storico della musica del Novecento.
Rosario Giuliani (che ha sempre manifestato sia nelle registrazioni che nei concerti la sua ammirazione per Ornette) prendendo spunto dagli storici concerti nel 1965 in trio con David Izenson e Charles Moffett al Golden Circle di Stoccolma, ha registrato a Roma con un gruppo dagli stessi strumenti del quartetto originale, con l'intento di omaggiare sia la musica del Maestro che il nuovo suono che nasceva in America intorno in quella innovativa stagione del jazz, inserendo anche un brano originale di Enzo Pietropaoli in onore al compianto Ed Blackwell.
Da un capo all'altro della penisola, rispettivamente Puglia e Liguria, le sorprese maggiori arrivano però dai tributi al femminile delle due cantanti Lisa Manosperti e Barbara Raimondi e trattandosi di progetti vocali, il tratto melodico e la cantabilità dei temi ornettiani la fanno da padrone.
La Manosperti, sceglie una via alternativa all'aspetto più celebrato di questa "free" music, con l'intento di portare Ornette nell'Olimpo dei grandi e riconosciuti songwriters americani come George Gershwin o Cole Porter, usando la proverbiale liricità dei temi colemaniani come veicolo per la creazione di vere e proprie canzoni e, mancando in origine del testo, per ciascuna ne viene creato uno originale. Il tentativo, senz'altro riuscito, è quello di descrivere con le parole il carattere narrativo e visionario delle note di Coleman, tenendo bene a mente il contesto del territorio texano da cui proviene l'autore, una terra che il musicologo Wilfrid Mellers definisce "uno spazio tra il cemento che avanza e le grandi praterie", dove comincia l'ovest, appunto. Per il brano più amato fra tutte le fenomenali composizioni di Coleman, Lonely Woman (per me: la Ne Me Quitte Pas del jazz) vengono utilizzate le storiche liriche di Margo Guryan.
E lo stesso testo sceglie di interpretare anche la ligure Barbara Raimondi (che poi utilizza le parole della Guryan anche per Una Muy Bonita), la quale porta avanti l'impresa cantando su Is It Forever? proprio le liriche di Coleman stesso e a propria volta scrivendo di suo pugno due toccanti lettere d'amore al compianto Don Cherry, sulla musica di The Blessing ("Non ci sono parole da dire, Don ci ha detto addio terribilmente presto, la sua voce e il suo suono discendevano da Mercurio, Venere o Marte...tu ascolti, ascolti, ascolti più forte che puoi, il suono rimane un mistero affascinante e ci manca tanto, ci manca tanto, ci manca tanto") e a Ornette, sulle note di Peace ("E' venuto a New York da bambino, gentile e selvaggio, esile come un bamboo, suonando un sassofono di plastica, nella sua mente melodia, ritmo e armonia avevano lo stesso potere...ascolta la cornetta di Don Cherry, ascolta Charlie Haden che suona ta dum, dum, dum, dum, dum-ta....ovunque portino le linee del basso, tu vai...")
Una vera delizia per le orecchie e l'anima. Grazie di cuore a tutti questi musicisti (che mi scuso di non citare singolarmente ma solo per ragioni di spazio), produzioni di tale fattezza fanno proprio bene al cuore.
D'altronde i numerosi tributi indirizzati ad Ornette Coleman sia in Europa che in America sono sempre stati dettati da profonda ammirazione e certi titoli scelti sono significativi (ad esempio: "La musica di Ornette è bella" "Per amore di Ornette" "Ornettologia" "Ornette per sempre"...). E' stato raro che una sola persona abbia potuto modificare la maniera di ascoltare musica di tanta gente.E Ornette Coleman ci è riuscito.