Live report Art Breakers (Bresso MI - Blue Rose Saloon, 14 novembre 2015)

Pubblicato il 15/11/2015 - Last updated: 27/03/2016

Topic: Musica

A fare tributi ai Led Zeppelin ci sono varie band, pochi per non dire nessuno, li propone come fanno loro: passione, grande capacità tecnica, strumenti e strumentazione come quella dei Led Zeppelin. Se non fosse per la vocalist ben pochi riuscirebbero a distinguere gli Art Breakers dai Led Zeppelin, ma inutile giraci molto intorno NESSUNO riesce a cantare come Robert Plant, e la voce di Silvia riesce nel contempo ad essere acuta e potente tanto da mandare in clipping gli amplificatori. Come dice Greg però non è che basti una voce femminile, ci vuole proprio Silvia per far si che l’elemento innovativo della voce femminile non stoni nel contesto dei Led Zeppelin.

Art Breakers nella mia testa hanno molti significati che a poche ore dal live non sono probabilmente ancora emersi tutti, cercherò di elencarne alcuni.

Cura del dettaglio: gli Art Breakers curano il dettaglio come pochi sanno fare, Silvia è un esempio di dettaglio, ma anche entrando al Blue Rose Saloon si capiva subito chi suonava quella sera “Questa sera suonano i Led Zeppelin”. Vuoi il dirigibile in fiamme, ma vuoi soprattutto la strumentazione: la batteria come quella di John Bonham, le chitarre come quelle di Jimmy Page, il Basso come quello di John Paul Jones, ma non solo anche gli amplificatori sono quelli, tutto riprodotto nei minimi dettagli.

Bravura tecnica: i Led Zeppelin sono difficili da suonare, chiunque abbia ascoltato anche un solo loro album è cosciente di questo dato di fatto, e forse anche per questo rientrano tra gli ascolti di molti recensori Hi-Fi ed Hi-End. Gli Art Breakers li suonano talmente bene che solo i possessori di impianti hi-end potrebbero accorgersi delle differenze … potrebbero … perché in realtà in molte occasioni durante il live si è talmente presi dalla musica che non si riesce a fare differenze e sembra proprio di ascoltare i Led Zeppelin.

Sono una BAND: si scritto così tutto in maiuscolo, poche volte ho visto band così affiatate e unite, un elemento importantissimo, perché questo è ciò che permette, assieme a tutto il resto, di ingannare i sensi creando quel trasporto musicale che solo le BAND riescono a dare. Come dice Silvia “La Band è come un alchimia” non basta saper suonare, si devono creare dei legami musicali tali da permettere a tutti i musicisti di esprimersi senza cercare di prevaricarsi.

Cura del suono: assieme a tutto ciò gli Art Breakers sono caratterizzati anche da una notevole cura del suono per gli ascoltatori, per dirla con uno slogan: “Non solo bassi, ma tutta la musica”. Quante volte si è andati ad un concerto e i bassi andavano ad annichilare tutto? Con gli Art Breakers questo non avviene, anche se il posto era piccolo si sentiva tutto voce e chitarre comprese.

Per concludere ultimamente è il live che più ho apprezzato, un live che consiglio a molti per comprendere molte cose tra cui l’Hi-Fi, il suono degli strumenti da soli e in un amalgama che rende la musica unica. Personalmente mi sono piaciuti tanto da essere sicuro che il 16-1-2016 al Blues House di Milano ad ascoltarli e godermeli dal vivo ci saremo pure io e mia moglie.


 

PS Noticilla sul luogo: il concerto si è tenuto presso il Blue Rose Saloon, un posto che di per certo ha un’ottima birra, ma anche un palco strutturato per suonare non ricavato a caso nel locale, ma ben posizionato, fornisce inoltre tutta la strumentazione necessaria ai musicisti, lasciando liberi di utilizzare comunque la propria (come nel caso degli Art Breakers). Un posto piccolo dove solo Band che hanno a cuore ciò che fanno riescono a far emozionare donando ad una canzone tutti i dettagli di cui necessita per essere suonata.

Art Breakers
Photography by Marco Maria Maurilio Bicelli