Klipsch RP-150M: recensione

Pubblicato il 13/07/2017 - Last updated: 20/05/2018

Topic: Riproduzione audio hi-fi

 

Klipsch RP-150M

Teoria o pratica? Questa è la domanda che ci pone l'ascolto delle Klipsch RP-150M. Il fatto estremamente interessante è che essa non ha domanda... ad ascoltare quelli della teoria dovrebbe esistere un solo tipo di diffusori. Da ascoltatore preferisco lasciarmi ammaliare da questi diffusori che ben fanno comprendere come la teoria e la pratica trascendano i soliti luoghi comuni.

 

Ringraziamenti        

Ringrazio Alessandro Faccendini di MPI Electronics e il team di distribuzione per la disponibilità e la professionalità.

Packaging

I bookshelf arrivano nella scatola in cartonato riportante loghi, marchi, caratteristiche tecniche del prodotto ed immagini arricchite da motti della casa. Bloccate nel polistirolo sono ben protette durante il trasporto.

Bundle

La base classica: manualistica e griglie. Queste ultime ad occhio sembrano fragiline; sono magnetiche così da mantenere il design del diffusore completamente pulito in caso non le si utilizzi.

Descrizione

I due diffusori presentano il caratteristico design della casa americana. Troviamo infatti a padroneggiare sul frontale il woofer ceramico-metallico da 5,25” sovrastato dal tweeter in titanio caricato con la proprietaria Tractrix Horn. Tra woofer e tweeter troviamo il marchio in alluminio in rilievo e di colore bronzeo, simbolo dell’azienda su questa fascia. Come detto precedentemente non vediamo null’altro poiché le griglie sono magnetiche e abbiamo quindi una presenza elegante e ben studiata. Il cabinet è rialzato da una base che sporge rispetto alla struttura e inclina i diffusori di qualche grado verso l’alto così da agevolarne un posizionamento corretto anche su scrivanie dove non sarebbe altrimenti possibile metterli alla giusta altezza. Non sono diffusori esageratamente grandi (HEIGHT 14.57” (37.0 cm) WIDTH 7.67” (19.5 cm) DEPTH 10.67” (27.1 cm) ma cominciano ad avere un loro ingombro e hanno bisogno qualche cm d’aria intorno per suonare più liberamente, anche perché caricati con reflex posteriore sempre Tractrix. Sul retro troviamo inoltre un aggancio in metallo nella parte alta per posizionarle su supporti a muro compatibili.

Suono

Ebbene siamo giunti alla parte calda di ogni recensione, come suonano queste Klipsch? Cominciamo a dire con cosa hanno suonato per poi andare ad analizzarle:

-abbiamo “Le Quattro Stagioni” del nostrano Vivaldi ad onorare la musica classica insieme ad una serie di brani per chitarra classica di Heitor Villa-Lobos;

-per un rock un po’ vario e speciale porta la bandiera “Emotion & Commotion” di Jeff Beck;

-troviamo invece per il progressive il primo album della poco conosciuta ma talentuosa band En Taro Adun, ossia “Refix It”;

-per il grunge, in salsa acustica, troviamo “Somewhere in the Stratosphere” degli Shinedown, mentre per quello più puramente elettrico, anche in onore della recente scomparsa del cantante, ho scelto Badmotorfinger dei Soundgarden;

-ho deciso di dare anche una chance elettronica a queste Klipsch, più precisamente dubstep, con “Scary Monsters and Nice Spirites” di Skrillex;

-c’è poi anche del metal moderno e nostrano portato in campo da “Irrational” dell’energico trio femminile delle Slut Machine;

-infine per il jazz la magica e meravigliosa live di John Zorn al festival Jazz In Marciac del 2010, musicisti spettacolari e genio sregolato di Zorn;

Sono riuscite le “piccole” Klipsch a rendere onore a ognuno di questi nomi? Beh, non a tutti in maniera eccellente. Come tutte le sorelle, maggiori e minori, della serie R ed RP si ha una certa tendenza ad animare particolarmente le frequenze alte con la precisissima e squillante Tractrix, di cui posso solo essere entusiasta visto che riesce davvero a rendere spazioso il palco; nonostante quanto ci si possa aspettare, non risulta stancante anche con lunghi ascolti poiché, pur essendo predominante, riesce a restituire suoni caldi e a trasmettere l’anima di ogni assolo rendendo cristallina ogni singola nota. Di contro abbiamo, come nelle R15M, una presenza meno partecipe e con meno carattere del woofer che in questo modello si presenta, oltre che sottodimensionato (nonostante l’adozione del sistema Tractrix anche per il condotto reflex), anche mediamente impastato, che non restituisce sempre un’esperienza d’ascolto pulita e chiara come ci si aspetterebbe da un diffusore di questa fascia di prezzo. Se assoli, charleston e voci sono emozionanti e ben distinguibili, il resto della strumentistica risulta difficilmente separabile in alcune occasioni ad un ascolto non altamente concentrato. Questo difetto è molto evidente con la musica classica dove i violini prendono il sopravvento eliminando la dinamica che dovrebbero creare gli altri strumenti. Risulta già molto meno presente in generi di più facile ascolto come rock, metal ed affini dove le chitarre sono ben riprodotte dal bronzeo woofer con una precisione più che adeguata. Sicuramente sono invece ottime compagne per godersi film e serie TV sul proprio divano permettendo un ascolto più coinvolgente e cinematografico, soprattutto se accoppiate ad un sub per maggiore impatto.     

Conclusioni

Come qualsiasi diffusore, andrebbero provate prima di un eventuale acquisto. Se alcuni bookshelf possono consentire il rischio e il tentativo, le Klipsch sono obbligatoriamente da ascoltare avendo un timbro caratteristico e particolare che non a tutti può piacere. Se vogliamo parlare di pura teoria, sono diffusori decisamente sbilanciati sulle frequenze alte, ma la teoria è una cosa, l’orecchio e il gusto un’altra, quindi, constatato che comunque suonano con un buon livello di precisione generale e con un’ottima disposizione del palco, sta ai vostri gusti decidere se sono quelli che fanno al caso vostro.

Photography by Samuele Frontini
Photography by Samuele Frontini
Photography by Samuele Frontini
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