Questa volta vi propongo un'altra interessante intervista ad un produttore di diffusori nostrano: Alberto Bellino.
Alberto svolge la sua attività in modo artigianale, ma è supportato da strumentazione e competenze tecniche che lo possono far definire come produttore e non semplice artigiano.
Audiojam è il suo laboratorio, ed Alberto fornisce un servizio completo a qualsiasi cliente: fornisce servizi che vanno dalla riconatura degli altoparlanti, alla creazione di diffusori a richiesta del compratore, tuttavia fornisce un listino di prodotti pronti all'uso o DIY. http://www.audiojam2.com/index.htm è il suo sito.
Cordialità, competenza, onestà ed umiltà sono i termini che mi vengono in mente per descriverlo a chi non lo conosce; ma smetto di tediarvi con migliaia di parole inutili e vi lascio all'intervista in cui segno in grassetto le domande fatte, mentre le risposte non sono la trascrizione parola per parola, ma indicano per lo più il pensiero di Alberto.
Vedendo il tuo sito si vede subito che c'è qualcosa di diverso in Audiojam, qualcosa di laboratoriale non di aziendale, una scelta e se si perché?
“Perché mi piace farmi gli affari miei” sebbene l'inizio della risposta possa far immaginare un Alberto totalmente differente da quello reale non ha in testa nessuno snobbisbo o altro. Semplicemente Alberto ha voluto scegliere di rimanere/fare l'artigiano perché questo gli permette di effettivamente creare i diffusori che vuole senza doversi scontrare con scelte manageriali antisoniche. Spesso in Aziende anche di grosso calibro molte idee non sono applicabili vuoi per scelte del management, vuoi per necessità di budget, vuoi per limiti dimensionali imposti. Questo non vuol, dire spiega Alberto, che nelle grandi aziende si lavori a macchina, anche i diffusori delle grandi aziende sono prodotti artigianali (o semi-artigianali), semplicemente con un prodotto artigianale non si hanno limiti imposti.
In più si può avere un contatto diretto col cliente (altro asso nella manica di Audiojam), Alberto può aiutare il cliente anche nella sistemazione del diffusore in ambiente.
Alberto pur mantenendo una produzione artigianale può essere assai competitivo anche nel prezzo, i diffusori di una ditta hanno un rapporto di 1/7 in quanto qualità/prezzo (essenzialmente per tenere l'impalcatura aziendale questi sono i costi), Alberto arriva tranquillamente ad un rapporto ½ perché non vuole rincarare nulla più del suo guadagno per vivere. Sebbene ciò sia stato dichiarato da lui posso tranquillamente confermare ogni sua parola senza temere di essere smentito: conosco personalmente il 90% dei trasduttori da lui usati, anche il 95%, e listini alla mano il rapporto medio è di ½, in pratica Alberto non vi fa pagare la sua ricerca (ne ha fatta in passato e continua anche ora).
Un costo di cui tutti parlano ma pochi comprendono sono le marchiatura C E e RoHS.
La marchiatura RoHS è propria dell'altoparlante e viene di norma rilasciata dal produttore degli altoparlanti. Il diffusore è di per sé sottoposto alla marchiatura C E per la compatibilità elettromagnetica, per fortuna c'è la possibilità dell'autocertificazione (bisogna rispettare alcune restrizioni per poter autocertificare). Al massimo quello che si potrebbe fare, dice Alberto, è fornire i morsetti isolati anche con l'aggiunta di un tappo sul buco dove si inseriscono di norma i connettori a banana; ma non è necessario dato che non è richiesto per norma C E.
I diffusori che proponi sono vari: si va dal bass reflex, al dipolo;dalla sospensione pneumatica alla linea di trasmissione; perché questa varietà?
“Posso risponderti che ogni altoparlante è idoneo per un solo carico acustico, si tratta di caricare l'altoparlante nel miglior modo possibile.”
“Premetto che penso che non c'è un sistema superiore agli altri per scelta divina”
“ogni carico va calato in ambiente.”
“Poi mi piace sperimentare e dare una scelta anche in base all'acquirente.”
Quatto affermazioni estrapolate dalla risposta completa, ma che ben fanno comprendere non solo la passione di Alberto, ma anche quanta competenza personale acquisita in anni di lavoro metta a disposizione degli appassionati.
Hai un trasduttore preferito?
Alberto non ha dei trasduttori preferiti tout cour, gli piacciono di più alcune tipologie di trasduttore quali woofer a membrana metallica che si comportano più come dei pistoni ; midrange in carta e tweeter un po' più grandi del solito pollice così si possono fare dei tagli più in basso. Certo la voglia di sperimentare non lo limita e non si ferma solo a quello che magari tecnicamente preferisce.
Ambiente o misure?
“Vincono tutti e due e perdono e tutti e due.”
(Frase tanto saggia che mi piacerebbe fosse usata dal 100% di chi bazzica nell'Hi-Fi.)
L'ambiente è fondamentale perché influenza il diffusore, meglio un ambiente simmetrico e non per forza coibentato in modo estremo perché una coibentazione sbagliata può creare dei buchi mostruosi.
Le misure sono importanti anche queste perché se è vero che l'orecchio dà la risposta definitiva, la macchina non mente, ovviamente non è detto che le misure migliori corrispondano ad un diffusore migliore, sicuramente non sarà pestilenziale, ma non è detto che sia il più piacevole all'ascolto.
E poi ci sono dei parametri dettati dai gusti di cui Alberto fa notare come il monovia ne sia l'esempio più evidente dato che per alcuni è colorato, mancante di bassi e di alti, mentre per altri c'è coerenza timbrica ed è magico.
A chi ti definisce un incapace cosa rispondi?
“Evito di perdere tempo, preferisco fare cose più utili che impiegare il mio tempo a litigare.”
E su questo abbiamo parlato di costi, ambienti non mastodontici.
Non dico se sono più bravo di lui, magari lui è molto più bravo di me, si tratta di rispetto, prendiamo Murace (fondatore di Chario ora quasi fuori dall'azienda), lui è un signore e ti dice “io farei così”, ma non ti dice che sbagli, ritiene che sia semplicemente un altro metodo.
Qual'è il tuo riferimento? Un diffusore? Un concerto? La musica dal Vivo?
La musica dal vivo, o meglio la musica non amplificata, il riferimento è quello degli strumenti classici.
Cosa ne Pensi dei parametri T&S?
I T&S sono la carta d'identità dell'altoparlante ti danno i limiti funzionali, non ti dicono come suona. Sono molto utili per progettare il sistema i carico, sono invece molto meno utili per creare il crossover. Alberto ritiene il Qms molto importante anche se questo parametro non viene mai usato o quasi mai usato dai simulatori di progettazione, però è fondamentale per capire come si comporterà il medio-basso.
Fai ricerca… cosa c'è nel cappello della ricerca?
Il problema di fondi è fondamentale Alberto ha alcune interessantissime idee: un diffusore a riflessione un diffusore ad eccitazione, non voglio raccontarvi di più perché sono idee anche innovative e non presenti sul mercato.
Dopo l'intervista ho potuto ascoltare tre diffusori di Alberto: Atlantys Grand, Akureyri (e giuro che cercherò di recensirvele quanto prima, il carico R.J.è certamente una ventata di “novità” è un carico di vecchia ideazione dato che risale agli anni '50, ma credo che il 99% degli appassionati non lo abbia mai sentito nominare) e le Chiabrera.
Ottimi diffusori dalla qualità elevata ed il prezzo contenuto dotati di un'ottima tenuta in potenza, molto veloci nella risposta (leggetelo come molto dettagliati) e parecchio naturali