Joe Barbieri

Maison Maravilha Viva

Recensione
Pubblicato il 12/07/2010
Voto: 9/10

una serata da incorniciare” così Joe Barbieri definisce questa serata del 9 gennaio 2010, suonata all’Auditorium Parco della Musica di Roma, durante il suo “Maison Maravilha Tour” e finita su duplice supporto, un CD con 14 tracce ed un DVD con le riprese, davvero ben realizzate, del concerto, più una decina di minuti di extra, è il momento in cui è appena sceso dal palco il suo ospite ed amico Mario Venuti che, in quella speciale occasione, canta con lui “Pura ambra”.

Non è però certo la sola presenza sul palco di Mario Venuti a fare di questa preziosa duplice registrazione un qualcosa di unico e straordinario, sono tanti i motivi che rendono questa manciata di canzoni un qualcosa capace di infiltrarsi sotto pelle, di collocarsi tra le pieghe del cuore, come “una droga che da dipendenza” sono le parole dello stesso Mario Venuti nel live.

Prima di tutto ci sono i testi di queste canzoni, che raccontano situazioni della vita di ogni giorno, apparentemente semplici, in realtà misurati e centellinati con sopraffina raffinatezza, non c’è mai una parola di troppo e non si cade mai nell’eccesso o nell’esibizionismo fine a se stesso.

Poi viene la musica, un impasto dal quale emerge l’amore profondo di Joe Barbieri per il jazz e la bossanova, il tutto però nel pieno rispetto della canzone d’autore italiana, quella più significativa, non penso quindi sia casuale la sua cover d’autore “Wanda (Stai seria con la faccia)” di Paolo Conte a chiudere il disco.

Come non attribuire poi i giusti meriti anche a coloro che lo accompagnano sul palco e cioè Antonio Fresa al pianoforte, curatore anche della direzione musicale, l’intera sezione ritmica affidata a Sergio Di Natale alla batteria e Giacomo Pedicini al contrabbasso, per finire con Stefano Jorio ed il suo prezioso violoncello, tutti quanti precisi nei loro interventi, sempre in perfetto equilibrio tra loro e soprattutto capaci di essere al servizio della musica senza mai strafare.

Infine c’è lui, Joe Barbieri, a dire il vero quasi immobile sul palco (come emerge dalla registrazione video della serata) seduto con la sua chitarra, con quella sua voce che non ha certo caratteristiche tali da renderlo indimenticabile, anzi a tratti sembra quasi sussurrare queste sue canzoni e raccontarcele in un orecchio solo per noi, come se fossimo solo noi e lui intorno ad un tavolino di un bar e lui a confidarci le sue notti insonni, le sue pene d’amore, le delusioni della vita, potrei dire il suo “Microcosmo” così come canta nell’omonima canzone “vedi amore mio / ti scrivo da qui / di questo microcosmo che parla di te e di me / vedi amore mio io ti penso da qui / da questo microcosmo che parla di te e di me”.

Eppure, Joe Barbieri sa creare con le sue canzoni un’atmosfera magica, un impasto sonoro dal quale non si riesce più a liberarsi perché anche se in “Leggera” dice che è “Leggera, è solo musica leggera, / l'aria che respiro, / leggera” in realtà la levità delle sue canzoni è il vero punto di forza di questo disco che resta, anche dopo innumerevoli ascolti, uno dei migliori dischi ascoltati in questo 2010.

Tra le canzoni del disco, comunque tutte di grande levatura, direi che spiccano senza ombra di dubbio l’apri pista “Normalmente” con quella sua raffinata e sontuosa introduzione di Antonio Fresa al pianoforte, un brano illuminato da una luce soffusa, molto intimista, intriso di malinconia, come emerge da questi bei versi conclusivi Ma nel segreto di un silenzio, ti sto chiamando. Io guardo lontano, più forte, / e da qualche parte so che mi rispondi / un tuo saluto / e il tuo ricordo / si fa spina nel fianco e / parlo con te ogni sera / di piccoli progetti senza fretta / spalanco il cielo / è luna piena / stasera/ vengo da te”.

Di uguale valore direi che è “Lacrime di coccodrillo” canzone piena di sfumature jazz, l’atmosfera è lieve, direi alla Chet Baker e Joe Barbieri ci canta di un amore ormai finito con splendidi versi “Vedi non ho sassi / che mi porto nelle scarpe / e viaggio al netto delle spine e dei rancori e delle colpe / e finisce qui il meglio che hai saputo darmi / meglio così meglio prima che sia tardi” e lo fa con una passione accorata e con parole che si inanellano l’una all’altra quasi senza lasciare respiro.

Piena di sofferenza e pathos è invece “Castello di sabbia” che muovendosi su terreni sudamericani alla Omar Sosa, ci regala versi sublimi “lascia il sesso e metti la ragione / e la sottrazione che in amore non funziona mai / castello di sabbia intorno a me / solo una nebbia che non so tagliare a fette / con le mie mani imperfette / con la mia vana passione che non ha più direzione”.

Ancora su atmosfere brasiliane troviamo un altro gioiello come “Gira e rigira” introdotta dalle percussioni di Sergio Di Natale e poi condotta per mano dall’intera sezione ritmica, il pubblico gradisce molto e partecipa cantando sullo sfondo.

Tra le mie preferite c’è poi “Fammi tremare i polsi” che si mostra di altissimo livello sin dai versi iniziali “Fai bella mostra di te dietro un velo turchese / una scintilla di blu e una promessa cortese / dove lasciar riposare il mio spirito antico / sotto lo sguardo lascivo di un fuoco nemico / fai bella mostra di te come se fosse niente / mia declinata padrona del tempo presente / fuori l’estate risplende con cieco rancore / e io resto all’ombra di te che non chiedi di me” il tutto si sorregge su un tessuto sonoro con il languido violoncello di Stefano Jorio a ricucire il tutto.

C’è poi quella gemma preziosa che risponde al nome di “Pura ambra” in cui Joe duetta con l’amico Mario Venuti il tutto in una sensazione di rarefazione incredibile, dove versi come “ambra che tutto fermi e che tutto lenisci / cura le debolezze che tu non guarisci / e amarti e non amarti più / e averti e non averti / gioco con un filo di una giacca e all'improvviso / tutto si rivela tutto parla, tutto parla / ambra che tutto fermi e che tutto lenisci / cura le debolezze che tu non guarisci / e amarti e non amarti più / e averti e non averti” sembrano risuonare all’infinito nell’aria.

Introdotto dal violoncello, subito di grande impatto emozionale e pieno di fascino è poi il fado “Malegrìa”, un brano che prosegue poi in un clima di dolente allegria, lo definirei un ossimoro sonoro di incredibile equilibrio, così come il testo che si apre così “Cosa importa se chiudi una porta / se serri un portone / le distanze non puoi misurarle / coi tuoi fallimenti / nella strada lo vedi da te / suona già una canzone / che ti invita a una nuova partenza, / a una nuova occasione” continuamente sospeso tra il dolore dei passati fallimenti e la speranza di nuove occasioni.

Citerei anche “In questo preciso momento”, intima e delicata canzone d’amore, un amore come sempre sofferto e senza lieto fine, come si evince dai versi “ti renderai conto da sola / che il tempo in realtà non consola / ma ti grida forte la sua verità / conosco l'uscita tu resta / la strada la trovo da me / in questo preciso momento io perdo te”, semplici ma solo in apparenza, come di consueto.

Il disco come dicevo si chiude alla grande con la cover contiana di “Wanda (Stai seria con la faccia)”, stile e voce sono agli antipodi, ma l’effetto è ugualmente efficace ed elegante.

Aggiungerei solo due considerazioni, durante il live lo stesso Joe Barbieri definisce ad un tratto questo suo disco “un atto d’amore” e come dargli torto, tutto il progetto è un vero e proprio atto d’amore nei confronti della musica jazz e della migliore canzone d’autore italiana e non solo, apparentemente orientato verso una sostanziale semplicità di fondo ma in realtà realizzato con una ricercatezza ed una raffinatezza espressiva senza eguali, ne è uscito così un disco straordinario sia dal punto di vista sonoro sia dal punto di vista visivo.

La seconda considerazione è in merito al package, davvero minimale ed essenziale, con quella copertina di Nadia Zorzin che suggerisce l’idea di Joe Barbieri ed i suoi musicisti pronti ad accogliere gli ascoltatori nel proprio comodo salotto di casa, come in un quieto convivio familiare per raccontarci il proprio “microcosmo” e proprio questa è l’impressione che ho ricevuto io ascoltando questo gran disco.

Joe Barbieri - Maison Maravilha Viva

Joe Barbieri

Maison Maravilha Viva

Cd, 2010
Genere: Canzone d'autore

Brani:

  • 1) Normalmente
  • 2) Lacrime di coccodrillo
  • 3) Castello di sabbia
  • 4) Fai male
  • 5) Gira e rigira
  • 6) Sono una grondaia
  • 7) Fammi tremare i polsi
  • 8) Pura ambra
  • 9) Leggera
  • 10) Malegrìa
  • 11) In una stanca indifferenza
  • 12) Microcosmo
  • 13) In questo preciso momento
  • 14) Wanda (Stai seria con la faccia)

Informazioni tratte dal disco

Joe Barbieri: voce e chitarra
Antonio Fresa: pianoforte, direzione musicale
Sergio Di Natale: batteria
Giacomo Pedicini: contrabbasso
Stefano Jorio: violoncello

Mario Venuti: voce e chitarra in “Pura ambra”

Registrato il 9 gennaio 2010 all’Auditorium Parco della Musica (Roma, Italia)

Prodotto da Joe Barbieri

Produzione esecutiva di Antonio Meola e Fabio Barbieri per Microcosmo Dischi
Produttore associato Francesca Gregori

Set Design Gianfranco Mangiarotti

Ingegnere del suono Enzo Foniciello
Registrazione audio del concerto di Massimo Aluzzi, assistito da Giovanni Ipri
Editing audio di Antonio Freisa
Missaggio e Mastering di Enzo Foniciello negli Studi Ingredienti Sonori (Napoli)

Illustrazioni di Nadia Zorzin (Soloinlinea.splinder.com)
Le foto del photobook sono di Marco Medaglia
Artwork Microcosmo Media

Tutti i brani sono parole e musica di Giuseppe Barbieri, Ed. Edizioni Microcosmo Edizioni (Suisa) eccetto “Fai male” (B.Martino-Lo Chiosso) Universal/Ariston (SIAE) e “Wanda (Stai seria con la faccia)” (P.Conte) Universal Music Publishing (SIAE)

Realizzazione DVD:
Regia di Giovanni Meola
Assistente alla regia Vittoria Smaldone
Organizzazione tecnica di Francesco De Luca, Manolo Alessandri, Valerio Cesaroni, Andrea Valentino, Alessandro Ricciardi
Assistente ai cameramen Vivian Scotto D’Antuono

Montaggio video Alessandro Riccardi, assistente Viviana Panfili
Post produzione video Imago

Riprese e montaggio del backstage di Andrea Valentino

Authoring di Michele Delli Carri per Microcosmo Media

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