Live report Collisioni 18 luglio 2015

Pubblicato il 21/07/2015 - Ultimo aggiornamento: 27/03/2016

Argomento: Musica

Si giunge nel piazzale di stoppe polverose dove i volontari in giacchetta catarinfrangente informano su dove ci si deve mettere e dotano di braccialettini gialli per la navetta. 3 € il parcheggio, 2 a persona il trasporto collettivo. Quest'anno ci si poteva premunire prenotando via internet, ma tutto pare funzionare bene, se si arriva nel pomeriggio. Contrariamente alle previsioni, una brezza relativamente fresca evita di essere appiccicosi e sudaticci, e ogni tanto una spruzzata di pioviggine fa l'effetto dei nebulizzatori dei bar alla moda. Barolo è come ogni anno trasfigurata da palchi, banchetti di cibi e vini, installazioni e tanta gente quanta non ne vede in tutto il resto dell'anno. In realtà, rispetto al 2014, c'è meno bolgia e ci si riesce ad aggirare facendo code contenute, rispetto ad altri anni, alle fontanelle per abbeverarsi. L'evento della giornata è il concerto di Paolo Nutini delle 22,45, come recano  i biglietti, che hanno sempre un prezzo ridotto di 15 €, seppur inflazionato rispetto agli 11 degli anni precedenti. Nel programma tante degustazioni di vino gestite come sempre dall'enoteca regionale del Barolo da prenotare on line, scrittori, cantanti e personaggi dello spettacolo che fanno conferenze, concerti in vari angoli del paesino. Per quanto riguarda le prime, sarebbe stato il caso di premunirsi con le prenotazioni almeno due o tre settimane in anticipo. Per i profani e ritardatari che hanno deciso entro l'ultima settimana l'unica possibilità è "solo frutta", una degustazione tardiva (alle 19,00) appunto di sola frutta, senza nemmeno un bicchiere di champagne (o almeno spumante) ad accompagnare le fragole acquosette, i mirtilli americani grandi come acini d'uva e poco saporiti e pesche dalla consistenza e dal gusto di rapa. Ad animare due dipendenti della Coldiretti non proprio usciti da Zelig rendono l'esperienza piuttosto deludente. Sicuramente le altre degustazioni contemplanti vini erano più interessanti. In merito alle conferenze, Vinicio Capossela presenta il suo libro in piazza blu soffermandosi molto sulle terminologie dialettali e le loro traduzioni, ma forse sarebbe stato più interessante partecipare al concerto della sera prima. Nel frattempo Stu Larsen, in piazza verde, troneggiante in cima a Barolo, intona canzoni melodiche in versione acustica a un pubblico sparuto seduto per terra a rilassarsi in attesa della calca serale. Si rivedrà l'australiano ex bancario la sera, affiancato ai Passenger, nella piazza principale, quella rossa. Per chi vuole dedicarsi alla filosofia, c'è pure Massimo Cacciari che parla della parresia, la libertà di dire tutto. Bella, la parresia, ma forse non di tutto, nemmeno di lei, è facile parlare a un pubblico in piedi in una piazzetta piccola come quella rosa. Nomi come quello di Baricco, Gianni Amelio, Claudio Santamaria, Luca Carboni che parla in key way prima di Cacciari, si affiancano a altri di giovani emergenti o meno, che si esibiscono soprattutto in piazza gialla, come anche Cesare Cremonini, che non canta ma parla solo, anche se non è più tanto giovane ed è già sufficientemente emerso. In piazza gialla bella la voce di Stephany a, forse un po' ambiziosa nel provare la cover di "A sky full of stars" dei Coldplay. Sempre lì si susseguono, nel pomeriggio, per breve tempo e quattro-cinque canzoni a testa, anche Valentina Tioli, Ilaria Viola, Edoardo Chiesa. Anche se si tratta di un palco piccolo con davanti uno spazio esiguo per il pubblico, il panorama che c'è dietro è suggestivo, con le colline e i filari di vite in uno scorcio lasciato libero dai tetti di tegole rosse delle case arroccate sulla collina. In piazza verde, dopo Stu Larsen, passano Marracasch per gli amanti del rap, Paolo Simoni, Omar Pedrini, lo zio rock, che, calpestate le ceneri dei Timoria, si dà al brit-pop. 

Arriva la sera, portando con sé fiumane di gente che si riversano sulle scale e su e giù per tutti i vicoli, ma anche i due attesi concerti di Passenger e di Nutini. Il primo me lo perdo quasi integralmente per aver deciso di procacciarmi un hamburger di fassone piemontese, con la parola fassone cancellata con il bianchetto, a 7 € al wine bar Barolo. La cosa pazzesca è che, dato che quasi tutto il resto dei piatti nei vari stand costa 5 € e vale sudate code di mezz'ore intere, con soli 2 € in più ci si può sedere addirittura dentro, con l'aria condizionata e sorseggiare un vino nel calice di vetro (se si sta fuori tocca il terribile bicchiere di carta allo stesso prezzo). 

Torno in tempo per vedere qualche duetto di Stu Larsen e Michael David Rosenberg, davanti a una scenografia minimalista con un paesaggio sormontato da un sole con colori camaleontici. Cambia radicalmente l'allestimento per Paolo Nutini, che si presenta su un palco arricchito di decorazioni a forma di margherite colorate, e zeppo di componenti, che arrivano puntualissimi, anzi in anticipo di qualche minuto rispetto all'ora prevista. Nutini inizia immediatamente a cantare, davanti a proiezioni coloratissime di elementi preimpostati e riproposizione di riprese live con i colori e i contorni modificati. Presenta soprattutto l'ultimo album, Caustic love, evitando anche il tormentone estivo del 2007, "New shoes", che mi sarei aspettata in uno dei numerosi bis finali. Gli ingredienti sono voce ruvida e carezzevole, presenza scenica, colori vivaci dappertutto, qualche scenografia un po' anni '90, tipo quella con tutte le televisioni affiancate, varietà di stili musicali, e, nel finale del brano trainante del concerto, "Iron sky", con dietro scene de "Il grande dittatore", da cui è tratto lo sfondo vocale, un certo non so che di "Love reign o'er me" degli Who, anche se il testo ripetuto è in realtà "rain on me".

A fine concerto, tutta la piazza, gremita di gente, si riversa giù per la strada che porta ai parcheggi come un esercito di lemming. Si sa, Collisioni è così, bisogna farci il callo e adeguarsi a essere in tanti a voler tornare a casa. Oppure prendere un plaid, coricarsi in mezzo alle vigne che bordano le colline a strisce ordinate, guardare le stelle per un'ora o due, e scendere dalla collina in un'atmosfera notturna quasi simile a quella di ogni altro giorno nelle Langhe. 

 

Fotografia di Mattea Rolfo
Fotografia di Mattea Rolfo
Fotografia di Mattea Rolfo
Fotografia di Mattea Rolfo