Intervista a Dario Bontempi

Pubblicato il 07/08/2012 - Ultimo aggiornamento: 02/04/2016

Argomento: Musica

Zucchero è l’unico artista italiano per cui è disponibile gran parte della discografia in formato sacd, precisamente dal cd di esordio “Un po’ di Zucchero” fino a “Shake”.
Tutte queste versioni in formato alta qualità sono state curate da Dario Bontempi.
E’ passato qualche anno dalla loro realizzazione, ma paradossalmente ora ci sono molti più potenziali ascoltatori dei sacd, grazie ai lettori multiformato, acquistabili per poco più di 100 euro. Qualche anno fa invece si era costretti all’acquisto di costose apparecchiature per audiofili.
Abbiamo contattato Dario per porgli alcune domande e cercare di risolvere alcune nostre curiosità sull’argomento!

Guardando nel tuo sito personale www.dario-bontempi.com si viene a conoscenza del fatto che sei un ingegnere nucleare, un chitarrista, un compositore e un tecnico del suono...
Ci racconti qualcosa di te?

Che sono uno scienziato con l’ossessione della musica o, dualmente, un musicista con l’ossessione della scienza.
Scherzi a parte: professionalmente nasco come ingegnere del Politecnico di Milano che è sempre stato affascinato dal connubio scienza-arte.
A onor del vero sono intimamente convinto che la scienza sia una forma di arte molto particolare.
Il secolo che abbiamo appena visto chiudersi è stato davvero unico nella storia dell’umanità, opere d’arte di assoluta bellezza sono state le scoperte che hanno fatto i signori: Schroedinger, Heisenberg, De Broglie, Plank, Einstein, Fermi, Dirac, Curie etc

Personalmente sono stato così tanto attirato dalla curiosità di sapere quale sia stata la spinta e le motivazioni che hanno portato questi scienziati alle loro deduzioni che ci ho dedicato una buona parte della mia vita.

Il fatto poi che sia stato da sempre musicista ha fatto il resto: la tecnologia applicata all’audio è stata sempre il leit motiv della mia attività professionale.
Finchè sono vissuto in Italia ho gestito una struttura tecnologicamente attrezzata per la post produzione e per il Mastering.
Sono stato precursore della tecnologia digitale applicata all’audio: nel 1990 fui così folle da acquistare una delle primissime (e carissime) macchine interamente digitale a 8 piste sul mercato : l’Opus lexicon.

Come riesci a coniugare tutto ciò e quale di questi aspetti e passioni ti rappresentano meglio in questo momento?

Coniugare passione e necessità è una cosa estremamente complessa: chi non vorrebbe sostenersi economicamente facendo ciò che ama irresistibilmente fare?
Fare quadrare i conti però è un altro discorso: secondo il mio modo modesto di vedere le cose è veramente arduo sostentarsi “decorosamente” nel settore Audio-Musica, dato che questo è attualmente devastato dalla pirateria, oltre che dalla falsa cultura che la musica debba essere gratis a tutti i costi. Al giorno d’oggi se si vuole vivere di musica bisogna saper abbracciare a 360 gradi i vari aspetti del percorso economico produttivo di un progetto: dalla realizzazione del supporto fisico alla sua gestione editoriale e promozionale.
Nella mia carriera di “ostinato dedito al settore musicale” ho:

  • gestito una struttura tecnologicamente avanzata di mastering e post produzione

  • scritto brani originali per trasmissioni televisive e pubblicità

  • gestito diritti editoriali

  • organizzato concerti (a volte presenziando a prove d’orchestra)

  • sono consulente tecnico del Tribunale di Milano (esperto in diritto d’autore e copyright)

 

Come sei approdato alla realizzazione dei sacd di Zucchero?

Mi furono commissionati direttamente da Universal Music, all’epoca mi dovetti attrezzare apposta per far fronte a quella singolare richiesta.

Hai idea del perché, proprio per questo artista sono stati ristampati quasi tutti i lavori su sacd? Volere di Zucchero stesso, dell’etichetta o chi altri?

Dell’etichetta.

Te sei un audiofilo?

Da sempre, sin dall’epoca in cui gli album si ascoltavano su vinile.
E’ davvero buffo pensarci, ma sino all’altro ieri non esisteva internet, i cellulari, gli mp3 e tantomeno i quicktime.
La prima radio privata nacque, se non vado errato, intorno al 1973, la musica la si acquistava nei negozi e per vedere qualche video dei propri beniamini bisognava prendere il treno e andare a Milano a vederli in qualche affollatissimo cinema pieno di fumo e di fumatori di ogni genere di sostanza..
Mi ricordo che esisteva una vera e propria mania per l’Hi Fi, si comperava religiosamente e puntualmente la rivista Stereoplay, gli appassionati acquistavano impianti esoterici sborsando cifre esorbitanti, giradischi Thorens con testine dai prezzi folli (Shure, Grado etc) amplificatori a valvole MacIntosh dai frontalini colore Blu Notte attraverso i quali si intravedevano le valvole termoioniche, diffusuri acustici che sembrava venissero da Marte.

Venendo a oggi, la mia maniera attuale di essere audiofilo consiste nell’avere uno studio privato di produzione nel quale posso dire di avere tutto l’occorrente per produrre e ascoltare la “musica” in maniera eccellente.
In connubio tra mondo digitale e mondo analogico è ancora insostituibile.

Sono inoltre un appassionato di chitarre, le colleziono come fossero quadri d’autore (oltre a cercare di suonarle dignitosamente) anzi direi che la mia, più che una passione, è una vera e propria malattia senza cura attualmente conosciuta. Martin, Gibson, Fender, Ramirez, Avalon Paradis, Taylor.. come potrei vivere senza loro?

L’equilibrio tra tecnica e arte non è una questione semplice. Mai come in questo periodo assistiamo ad un’ampia gamma di qualità di registrazione/ascolto, dagli mp3 a bassissimo campionamento ascoltati magari con degli auricolari in mezzo al traffico cittadino, per arrivare ai file flac loseless. I supporti di qualità ci sono, sacd, blu ray, ecc. Manca la cultura al buon ascolto?

Totalmente: è deprimente, ma al ragazzino oggi della qualità gliene importa un fico secco, almeno rispetto a quanto interessava alla mia generazione quando eravamo ragazzini.

Cosa ne pensi dei sacd in generale? E’ un passo utile o non lo ritieni necessario rispetto alla qualità del cd?

Il SACD costitusce un miglioramento enorme rispetto al Cd tradizionale in termini di qualità, questo però non se viene ascoltato con giocattoli da 100 euro ma con impianti degni.
Non dimentichiamoci che un convertitore decente stereo costa circa 1000 euro, fatte quindi le debite proporzioni possiamo farci una idea di cosa dover sborsare per poter ascoltare decentemente un SACD.
Filosofie a parte comunque, nella mia opinione, il SACD è morto e sepolto come lo saranno tutti i supporti “fisici” da qui a venire. Il motivo è da individuare nel fatto che la banda passante di internet sta diventando sempre più ampia, il che già permette di scambiare files audio di qualità nettamente superiore all’mp3 (es. 24bit 96kHz).
Non vorrei sembrarti drastico ma penso che i pezzi di plastica su cui viene stampata la musica siano definitivamente morti: perchè mai dovrei andare in un posto a comperare un oggetto fisico con sopra della musica (magari sorbendomi pure un commesso/a scontroso) quando posso più agevolmente scaricarmi da internet solo i pezzi che mi interessano e con la qualità che voglio?

E' vero, i negozi di dischi ormai stanno completamente scomparendo, i pochi che resistono sono dei veri appassionati e lo fanno ormai solo per la gloria, non certo per il guadagno. Per il resto ci sono solo gli ipermercati e i grossi magazzini come Fnac, quella che più si dà da fare con iniziative culturali.
Tornando ai supporti di qualità, l'unica alternativa che rimane, è quella dell'acquisto online! E devo direi che la cosa non è niente male... Ti scegli con calma i dischi, ordini e aspetti che il pacchetto ti arrivi a casa o in ufficio! C'è una nuova ritualità e insana goduria in questo tipo di acquisti: la scelta, l'attesa, l'apertura del pacco, ecc. Poi la scelta è ampia e spesso le spese postali sono gratuite...

Sul concetto di scaricare solo i pezzi che interessano si potrebbe aprire un bel discorso... In sintesi il rischio è di costruirsi delle enormi compilation, perdendo così gran parte della valenza culturale di un'opera. Diventa anche più difficile comprendere la differenza tra i generi, saltando da un autore all'altro senza soluzione di continuità. L'arte scompare, come "evaporata" e rimane la canzone vista come un prodotto effimero da consumare al volo. Ma certo, concordo che, almeno in questo periodo, è quello che vuole "la massa".

Come è avvenuta tecnicamente la rimasterizzazione in sacd? Si è trattato di un processo manuale, o automatizzato attraverso l’utilizzo di programmi software? La rimasterizzazione per gli strati cd stereo e sacd stereo è la stessa?

Per rimasterizzare in SACD gli album di Zucchero invece di partire dai multitraccia originali optammo per impiegare i Master Stereo Originali. Questo perchè, insieme alla casa discografica, ritenemmo che sarebbe stato veramente troppo dispendioso rimissare in surround tutto quel materiale audio.

Per la versione multicanale, come hai proceduto? Nel cd c’è una strana dicitura, “virtual surround sound” che, anche leggendo nei commenti a riguardo presenti nei forum, non è mai stata molto chiara.

La versione “virtual surround” la ottenemmo impiegando una macchina inventata da Bob Katz che io mi intestardii ad acquistare direttamente dalla Digido.
Tale macchina permetteva di ottenere un effetto surround credibile partendo da una base stereo.

Avevi già avuto esperienze con l’audio multicanale?

Si certo: con il Dvd Authoring e alcuni programmi broadcast televisivi.

All’incirca quanto tempo è stato dedicato alla realizzazione di ogni singolo sacd? Sei stato soddisfatto dei risultati?

Un paio di giorni circa cadauno, il risultato fu accettabile se tenuto conto delle limitate condizioni di partenza.

Quali sono gli album di Zucchero che apprezzi maggiormente, sia per il lato “artistico”, che per quello “tecnico” ?

Blue’s

Hai qualche informazione su come sono andate le vendita di queste versioni? Alcune (ad esempio “Blue’s”) sono molto difficili da trovare, in quanto esaurite. Pensi che ci sia qualche speranza che vengano ristampati?

Le vendite rasentarono lo zero tondo, quindi speranze di ristampa nulle.

Eh eh... Pensare che ora iniziano a comparire a prezzi assai elevati su ebay e altri store...

Secondo te il sacd non ha avuto il successo sperato, o era evidente che era un prodotto destinato alla ristretta cerchia degli audiofili?

Il SACD nacque in un momento in cui le Case discografiche (e probabilmente tutti noi) non avevano ancora idea della dimensione che avrebbe raggiunto il download (legale e non).
Fu un tentativo sterile di dare nuova vita e interesse a un supporto fisico contenente musica.

In italia, visto il ristrettissimo numero di sacd usciti, sembra che non ci abbia mai creduto nessuno....

Il fatto che una cosa funzioni o meno non dipende solo da quanto ci si creda, ma piuttosto dalle condizioni al contorno in cui quella cosa si sviluppa (o dovrebbe). Il SACD è nato in un momento di profonda crisi nel settore discografico. Tale crisi è da individuare essenzialmente in due motivi:

  • crisi economica dovuta alla pirateria la quale mina alla base i sacrosanti diritti di un esercito di professionisti (musicisti, tecnici etc:) i quali vedono spesso vanificati i loro sforzi e sacrifici. Raramente si vede così poca tutela di un settore professionale come succede in quello musicale.

  • crisi creativa: per ascoltare qualcosa di veramente originale nel settore pop bisogna andare indietro di 20 anni. E qui temo che un po’ di responsabilità sia da attribuire all’impiego troppo massiccio dei computer anche a livello creativo, il che ha portato inevitabilmente all’appiattimento della creatività. Una volta si entrava in studio e ci si chiedeva come ottenere “quel suono” e ci si ingegnava per farlo. Oggi invece si ricorre al plug in che lo fa. Più semplice ma anche più standardizzato.

Mentre continuano ad uscire molti sacd di musica classica, il mercato pop rock è sembra essere molto più ristretto e difficoltoso. Ci sono quasi unicamente ristampe di classici.
Eppure non credi che sarebbe possibile un utilizzo creativo del multicanale in particolare proprio con questi generi?

Secondo il mio modo di vedere (e anche col senno del poi) il multicanale non è molto utile al pop. Se ci riflettiamo bene, quando andiamo a vedere (e sentire) un gruppo suonare dal vivo, siamo abituati a ascoltare un suono che si sviluppa di fronte a noi.
Non avrebbe molto senso insomma in un mix in studio “mettere” ad esempio un charleston nei diffusori dietro di noi.
Potremmo mettere dietro di noi solo i reverberi che genera l’ambiente, ma con risultati poco apprezzabili.

La cosa è ben diversa invece per una orchestra sinfonica, la quale data la complessità spettrale di es. 100 strumenti, trae giovamento dalla possibilità di “spalmare” lo spettro sonoro su piu dimensioni rispetto a quella stereo tradizionale.

Ci sono pochissime opere nuove, pensate e registrate in multicanale. Perchè secondo te?
Eppure “The dark side of the moon” era stato pensato e registrato in quadrifonia già nel lontano 1973....

The Dark Side of The Moon, malgrado l’originale concezione in quadrifonia, venne ascoltato solo in stereo da diverse generazioni di ascoltatori.

Questo è vero, però potrei citardi diversi altri album particolarmente riusciti nella versione multicanale, ad esempio "The Downward Spiral(Deluxe Edition)" dei Nine Inch Nails, "Goodbye Yellow Brick Road" di Elton John, "Brothers In Arms - 20th Anniversary Edition" dei Dire Straits, ecc. ed è un peccato che la maggior parte delle persone non possa apprezzare queste versioni...

E poi come potremmo ascoltare in surround con un ipod?
Non vorrei sembrarti caustico ma il mercato segue il consumatore.
Oggi il 99% dei consumatori usano l’ipod (nella migliore dell’ipotesi collegato a qualche diffusore attivo portatile) e il 99% di questi ascoltatori sull’ipod ha musica illegale scaricata illegalmente da qualche sito criminale.

Hai toccato un punto cruciale, quello della pirateria. Secondo te si risolverà mai questo problema? Quali le vie d'uscita?

Impossibile, se io in questo istante ti voglio inviare un mp3 nessuno me lo può impedire e penso che nemmeno sarà possibile un giorno architettare un metodo per impedirmi farlo. La rete è troppo libera.

Il flusso del denaro legato a un progetto musicale segue e seguirà quindi altri percorsi: ci sarà un maggior ricarico su diritti di utilizzo, la radio e tv dovranno pagare realmente i diritti di esecuzione, concerti etc.

E' vero che i supporti fisici della musica lasceranno sempre più spazio alla musica liquida, così come gli ebook prenderanno il posto dei libri, lo streaming prenderà il posto di divd e blu-ray, ecc.
Ma non si perderà secondo te una parte della magia, insita nella "fisicità" di un prodotto? E molte persone non si sentiranno più legittimate a non pagare qualcosa che è impalpabile e può scomparire da un momento all'altro (penso ad esempio alla rottura del disco rigido dove sono state scaricate)?

Il fatto che non si sacrifichino piante e petrolio per fabbricare carta e plastica non è poi una cosa così riprovevole :)
Per quel che riguarda "la magia" legata a un supporto musicale penso che si sia fermata ai tempi dell'LP, grandi copertine inserti con poster, spesso un piacere per la vista e per il tatto. Col cd questo piacere non c'è più: copertine minuscole, libriccini bonsai con testi e credits che per leggerli ci vuole il microscopio elettronico...
Se il download è legale non si pone il problema dell'hard disk andato in fumo, Itunes consente allo stesso utente molteplici download su diversi apparecchi che abbiano lo stesso ID.

Rimane la questione che in un certo qual modo il file rimane di "proprietà" di questi colossi mondiali. Se a un certo punto decidono di non farti fare più copie, oppure una società fallisce, chissà cosa può succedere.... Purtroppo o per fortuna sono questioni in cui al momento regna il caos: molti provano a vengere musica liquida online, non esistono standard, ed i sistemi spesso sono incompatibili e chiusi. Al momento è difficile prevedere come si evolveranno le cose.

Vuoi aggiungere ancora qualcosa che non è stato sviscerato dalle domande precendenti?

Recentemente ho assistito qui a Madrid a un seminario di George Massemburg il quale suggeriva ai presenti di avere il coraggio di tornare all’approccio di qualche decade orsono: farci aiutare meno dai plugin e tentare di avere un po’ di fantasia e impegno nel suonare attivando ad es. la funzione punch distruttivo sul sequencer.
Penso che non abbia torto: in fin dei conti siamo umani e all’essere umano piace ciò che gli è affine: l’imperfezione.

In ultimo, ci racconti dei tuoi progetti attuali e futuri?

Attualmente vivo a Madrid, città che, oltre a essere stupenda sotto il punto di vista estetico, è abbastanza stimolante anche sotto il punto di vista creativo data la sua connessione con il Sudamerica per evidenti motivi di gemellaggio linguistico.
Gestisco il mio “laboratorio musicale” e realizzo produzioni discografiche e musiche per la Tv.
Ho realizzato un Cd di chitarra “Guitar Colours” il quale mi sta dando notevoli soddisfazioni e in cantiere ho un Cd pop cantato che uscirà a Settembre. Credo e spero di mantenere sempre l’entusiasmo che mi ha sostenuto in questa fantastica avventura nel mondo della musica e della sua tecnologia applicata.